my tescoma 1 / 2012

di che miele sei? E tu

professionisti del gusto

Miele di millefiori di Toscana Zone di produzione: colline toscane dove si alterna- no zone coltivate e zone naturali. Sapore: normalmente dolce, con un buon equilibrio nella nota acida. A volte può presentare una lieve nota amara. Usi: è un miele dal sapore pieno che si presta ad in- numerevoli usi tra i più classici, spalmato su pane e fette biscottate ed esaltato nella preparazione dei dolci anche al cucchiaio. Per valorizzarne l’aroma prova ad unire il miele ad una uguale quantità di burro, ammorbidito a temperatura ambiente, e spalmalo su una fetta di pane di segale.

Miele di castagno Zona di produzione: zone di montagna sia alpine che appenniniche, in particolare Toscana. Sapore: intenso, caratteristico, di sottobosco, con un fondo amaro. Usi: è un miele particolare, che piace a chi non ama i sapori dolci e i gusti piatti; non è adatto a dolcificare, ma piuttosto a insaporire e, meglio ancora, al con- sumo tal quale, sul pane, eventualmente con burro. Splendido insieme a formaggi stagionati o con carni forti, è ottimo anche nei risotti, come quello classico con Parmigiano Reggiano e un filo di miele di casta- gno a fine cottura. Miele di arancio Zona di produzione: sud Italia e isole. Sapore: di grande intensità aromatica, tra il floreale e il fruttato. Usi: è uno dei mieli da tavola universalmente più ap- prezzati, poiché il suo aroma floreale stupisce piace- volmente e si abbina bene a quasi tutti gli alimenti dolci. È però particolarmente sensibile alla cottura e le sue caratteristiche peculiari saranno meglio valorizzate da- gli usi a freddo. Ottimo anche in abbinamento a piatti saltati e per condire divertenti insalate: emulsiona olio di oliva extravergine, sale, aceto e un cucchiaio di miele di arancio e condisci con questa vinaigrette un’insalata di valeriana, radicchio rosso e noci.

Miele di eucalipto Zone di produzione: Italia centro meridionale, dal La- zio alle isole. Sapore: forte, simile all’odore, ma più gradevole, ricor- da le caramelle inglesi alla liquirizia. Usi: è un miele particolare, che al consumo tal qua- le risulta non molto dolce e può quindi piacere a chi afferma di non amare il miele, per esempio spalmato su tartine imburrate. L’aroma particolare, che ricorda ingredienti quali l’estratto di carne, i funghi secchi e il dado da brodo, suggerisce di provarlo nella prepara- zione di piatti salati. Provate il miele di eucalipto per sal- tare in padella verdure miste o pesce. Ottimo in abbi- namento ai formaggi, specie con il formaggio di fossa.

Miele di acacia Zone di produzione: Prealpi, Piemonte, Lombardia e Toscana. Sapore: molto dolce, leggermente confettato. Usi: è un miele molto delicato che si presta, per que- sto, a qualsiasi uso. Per l’elevato contenuto in fruttosio e l’assenza di sapori forti, è il più adatto per dolcificare (bevande, yogurt, frutta ecc...) senza modificare il gusto proprio delle vivande, riesce quindi a sostituire ovunque lo zucchero. Prova il miele di acacia anche per ricette salate, come un delizioso crostino con prugne e brie o con pomodorini e formaggio caprino. Il miele di acacia è spesso consigliato dai pediatri, in aggiunta al latte vacci- no, fin dal primo anno di vita.

Miele di tiglio Zona di produzione: arco alpino e Appennino set- tentrionale. Sapore: la prima sensazione che regala il miele di ti- glio è una nota mediamente dolce, il sapore poi di- venta di noce fresca e talvolta può finire con note amare che persistono dopo l’assaggio. Usi: le particolarità organolettiche di questo miele lo rendono ideale negli abbinamenti con formaggi come il piave stagionato, formaggio di fossa, formag- gi caprini, bitto e castelmagno. Divertente da provare anche come dolcificante nella cottura della frutta in forno al posto dello zucchero.

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