my tescoma 2 / 2020

DEL VIVERE SLOW Piccoli gesti

SAI CHE ESISTE LA GIORNATA DELLA LENTEZZA?

Siamo da sempre, e sempre di più, governati da ritmi frenetici e dallo stress che ne deriva: fin da bambini ci è stato insegnato che “chi va piano, va sano e va lontano”, ma crescendo siamo stati sempre più orientati verso il detto “uomo lento, non ha mai tempo” e abbiamo iniziato ad attribuire alla lentezza un’accezione negativa, ossessionati dall’idea di fare sempre più cose, di essere sempre più produttivi. La velocità ha iniziato ad essere considerata come un valore aggiunto: se sei veloce, vai avanti, altrimenti resti indietro. Come treni in corsa, non ci rendiamo conto di quanto tutta questa velocità faccia male alla no- stra vita, di quanto perdiamo il contatto con noi stessi e con la natura. Qualcuno regge più a lungo, qualcuno meno, ma ad un certo punto è proprio il nostro corpo a darci dei segnali, a dirci “non ce la faccio più” e ad imporci di rallentare. E rallentare in un primo momento destabi - lizza, ma se diventa uno stile di vita, non può che apportare benefici, anche inaspettati. Qualcuno, sull’onda di questa presa di coscienza, ha perfino istituito la Giornata Mondiale della Lentezza per promuovere uno stile di vita che, all’insegna del “rallentare”, suggerisce di superare la cultura dell’eccesso, ripartendo da noi stessi per ritrovare la gioia di vivere nelle piccole cose. Ma cosa succede quando rallentiamo? Ini - ziamo ad ascoltare noi stessi e le nostre emozioni, le nostre priorità Capita che chi decide di abbracciare uno stile di vita più lento, spesso, lo faccia a seguito di un evento, magari traumatico, che lo obbliga ad un cambiamento. Un po’ come è successo in questi mesi, in cui il ritor - no forzato alla lentezza ha coinvolto tutto il mondo: l’anno che stiamo vivendo ha rappresentato per tutti un cambio di passo che, anziché essere frutto di una libera scelta, ci è stato imposto, per fare fronte all’emergenza che per due mesi ci ha confinati nelle nostre case. Du - rante quel periodo siamo stati costretti a riscoprire nuove abitudini, a trovare nuove soluzioni ai problemi, ad imparare a convivere perfino La Giornata della Lentezza, che nel mondo si celebra il 27 febbra - io, in Italia si festeggia invece ogni anno il primo lunedì di maggio. Quest’anno cadeva proprio il 4 maggio, una data che rimarrà scolpita nella nostra mente come il giorno in cui tutto (o quasi) è ripartito dopo i due mesi di stop forzato. Un paradosso, vero? C’è chi non scorge in questa coincidenza un particolare significato, e chi invece potrebbe leggerlo come un segno. Il segno che la possibilità di ripartire non equivale alla fretta di recuperare il tempo perduto ricominciando a vi- vere con la stessa frenesia di prima, ma ripartendo, appunto, lentamen- te, con la consapevolezza che è possibile attuare piccoli cambiamenti che portino ad uno stile di vita più sano per noi e per l’ambiente, più in sintonia con la natura. Questo non significa cedere alla pigrizia, ma concedersi il tempo e gli spazi per ritrovare l’energia e l’equilibrio per ripartire, anzi, con ancora più entusiasmo. Saper rallentare il ritmo al momento giusto, ci permette di fare meglio tutto quello che deside- riamo: è così che il cervello ritorna a creare, ad avere quello slancio che tanta frenesia può solo spegnere. Qualcuno obietterà che dopo il lungo stop che ci è stato imposto, le attività hanno bisogno di ripartire, per rifarsi del tempo perso. Certo, ma per ripartire non serve affannar - si, servono piuttosto nuove energie, e quelle si trovano quando si sa come ricaricarsi. Decidere di vivere “slow” può spaventare: quando ci si ferma, si sente un grande vuoto che all’inizio non si sa bene come colmare, si ha la sensazione che, ovunque si stesse andando, non ci si arriverà più. Non è così: una maggiore serenità porta anche, inaspet - tatamente, ad una maggiore produttività. E allora perché non provare a prendere la lentezza che abbiamo appena imparato, e farla nostra? cambiano e di conseguenza cambiamo noi. Poi succede qualcosa che impone di fermarsi con la noia trovando nuovi interessi e passatempi. Coincidenze? 4 maggio: il giorno della ripartenza...

È difficile scrollarsi di dosso l’idea negativa che si ha della lentez - za, ma bisognerebbe ripetersi spesso, come un mantra, alcune frasi che possono aiutare a fare pace con uno stile di vita più a misura d’uomo:

IL MIO STILE DI VITA

• Non sei pigro se ti prendi una pausa • Non stai rinunciando a un obiettivo se ti riposi lungo il cammino • Non stai perdendo tempo se ne tra - scorri un po’ senza fare niente • Sei umano, non sei non una macchina • Hai sentimenti ed emozioni che hanno bisogno di spazio e di tempo per essere percepiti • Devi ricaricare le tue energie • A volte una pausa è necessaria. E allora per apprezzare la bellezza del vivere lentamente, partiamo dai picco - li gesti quotidiani: svegliarsi 5 minuti prima per fare colazione con calma e per prendersi cura di sé. Usare meno l’auto e muoversi a piedi o in bicicletta, per godersi la natura e per preservar - la. Scrivere sms senza abbreviazioni e magari iniziando con “Caro...” Non sovraccaricarsi di impegni e imparare a dire qualche no. Leggere un libro in- vece che fare zapping davanti alla TV. Non correre a fare la spesa ma inven - tarsi una ricetta con quello che si ha in dispensa. Scegliere prodotti di stagio- ne e di buona qualità, e non sprecarli. Preparare con cura la cena e anche la tavola e, una volta seduti, gustare ogni forchettata e ogni sorso di vino. Non fare due cose contemporaneamen-

te come telefonare e mangiare. E perché no, anche fare una passeggiata da soli, per ricaricarsi e ascoltare i propri pensieri.

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