Nuts for Life

Non è questione di gnomi o Puffi, dentro i funghi ci si può vivere per davvero. O per lo meno lo si potrà fare in un futuro già teo- rizzato e in parte messo già in pratica. Ad Aleksi Vesaluoma e allo studio di architettura Astudio, si deve la ricerca – condotta alla Brunel University di Londra – che mira a trasformare i funghi in materiale per l’edilizia. La teoria nasce dal fatto che i miceli, se coltivati a contatto con materiale organico, si legano come se fossero colla. Da qui, Aleksi Vesaluoma e lo studio di architettura Astudio hanno realizzato il loro progetto, coltivando i funghi affinché si sviluppassero in un reticolo impostato con cartone e fascette di cotone. Il risultato è stato una struttura tubolare, cresciuta in quattro settimane di coltivazione in serra. Tra le applicazioni ipotizzate, quella di strutture pop-up. I fun- ghi sono commestibili e biodegradabili, ultimata la loro funzione possono tornare in natura e ricominciare un nuovo ciclo di vita. Vado a vivere dentro un fungo Le serate tra amici hanno una nuova con- figurazione. Trainate dai talent show e dai tanti programmi televisivi dedicati alla cucina, pare che il 2018 veda il convivio trasformarsi in una sana competizione. Una maggiore attenzione alla novità, alla qualità e al gusto dell’operare tra i fornelli, hanno spinto verso q u e s t a nuova tendenza, dove oltre allo stare insieme ci si sfida al piatto migliore, al più sofisticato, al più etnico. Questo è uno dei Food Trends previsti per l’anno in corso. Tra le novità, l’esordio ufficiale a tavola di ingredienti più o meno inediti, come le super polveri. Di thè Matcha, di radice di cacao... facili da impiegare in frullati, zuppe, ma anche prodotti da forno, le super polveri si affiancano ai superfood e sono destinati a rivoluzionare le nostre tavole. La curcuma la farà da padrona. Un’altra novità sarà rappresentata dal ruolo dei funghi, a doppio filo cuciti con il concetto di wellness. Varietà come il reichi e la chaga entreranno nelle ricette di caffè, frullati, brodi e minestre, per aggiungere proprietà benefiche per il metabolismo, il tutto con un basso apporto di calorie. food trends

Food Sniffer VS Selfie Uno annusa e l’altro fotografa. Si tratta di Food Sniffer e Selfie, due tecnologie sviluppate con l’obiettivo di trovare uno strumento esatto, in grado di capire se un alimento è scaduto o anche solo mal conservato. Food Sniffer è nato in Grecia, con Augustas Alesiunas capofila di un progetto finanziato dall’Unione europea, per la re- alizzazione di un apparecchio in grado di prevenire intossicazioni e truffe alimentari. Si tratta di un dispositivo mobile da avvicinare all’alimento, ingradodi fornire informazioni precise sulla freschez- za e sicurezza di carne e pesce. Food Sniffer invia le informazioni raccolte ad un cloud che comunica al proprio smartphone i risul- tati sulla salubrità e le condizioni di conservazione del prodotto. Un’alternativa arriva invece dalla costa est degli Stati Uniti. Porta la firma del MIT di Boston la ricerca che ha dato vita a Sel- fie, un sistema che attraverso le “Janus droplets” rileva la presenza di batteri Escherichia Coli. Le “Janus droplets” sono piccolissime sfere composte da due metà differenti, che hanno una diversa rea- zione al passaggio della luce: da un lato sono opache, dall’altro per- fettamente trasparenti. Queste sfere hanno la capacità di legarsi

Photo credits: Food Sniffer

Photo credits: Aleksi Vesaluoma

alla membrana esterna dei batteri. In condizioni di massima salu- brità, le “Janus droplets” si distribuiscono uniformemente sull’a- limento, con il lato opaco rivolto verso naturalmente il basso. In caso di presenza batterica, le sfere cambiano inclinazione e, al passaggio della luce, la riflettono diversamente. Con uno scatto fotografico, l’alimento insalubre è così velocemente scoperto. cibo e nuova vita Nutrimento, informazione e, qb, un pizzico di intraprenden- za. Questa la ricetta de “Il cibo che ti ha cambiato la vita” (Ed. NutsforLife, 2018, 15 euro, 118 pg), libro che dal cambio di abitu- dini alimentari degli italiani indaga esigenze e percorsi di una ne- cessaria inversione di rotta per quanto riguarda il nostro rapporto con il cibo. A firma di Michele Schiavina, esperto di marketing e comunicazione nel settore alimentare, il libro nasce come una guida, dove una nuova consapevolezza alimentare viene presentata come vera e propria esigenza. Un'esigenza per noi stessi, con il cibo inteso come nutrimento, ma anche come elemento fondamentale di equilibrio per il benessere fisico e mentale. Dopo una prima parte analitica, con la presentazione di statistiche e andamenti del mercato alimentare, la seconda metà dell’opera presenta le storie di 15 persone, incontrate e intervistate in tutta Italia, allo scopo di presentarle come esempi pratici che possano essere di aiuto nello stimolare un cambiamento in chi non crede di averne le forze o addirittura il bisogno. Storie accompagnate da una ricetta, indicata dai 15 protagonisti come simbolo della loro svolta alimentare e rielaborata dallo chef Giuseppe Capano.

La blue economy della trementina Alla fine degli anni ’40 del secolo scorso, Soichiro Honda presentò la sua prima motocicletta, mettendola in vendita insieme al carbu- rante con cui era stata progettata: la trementina. Si tratta di una re- sina di gomma prodotta dai pini. Honda utilizzava una trementina poco lavorata, buona come carburante ma con parecchi difetti per un uso diffuso: era infatti difficile avviarne la combustione e il ri- lascio di abbondante fumo ribattezzò la prima Honda in “camino”. Ora la trementina torna al centro della scena dei carburanti. Meri- to di un progetto di blue economy portato avanti in Colombia. La blue economy è un business che si auto sostiene, grazie ad un ciclo interno di impiego e riuso di sostanze di scarto. In poche parole, un business che fa del surplus la chiave del suo reddito. Ecco nato il centro di ricerche di Vichada, a est di Bogotà, total- mente autosufficiente dal punto di vista energetico, dove le foreste, e la loro rigenerazione, forniscono carburante, e non solo, al cen- tro e alla regione che lo ospita. Foreste che purificano anche l’ac- qua piovana, potabilizzata e rimessa in circolo in un territorio in cui scarseggia, con conseguente emergenza sanitaria. Trementina che trasformata in colofonia torna utile nell’industria della carta, dell’inchiostro e delle vernici. La trementina è lontana dal diventare un carburante diffuso, il suo ruolo in questo virtuoso circuito economico è l’esempio di una buona economia da sostenere, con un’esigenza, il carburante, ca- pace di dare origine a più fonti di reddito.

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