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VITALIZZAZIONE DEI CENTRI: NEGOZI DI PAESE

vando lo spazio dismesso chi aprendo una nuova attività. Parola d’ordine co- mune: mantenere un servizio impor- tante per la comunità. Il divario tra città e montagna Quando manca un servizio scatta la ras- segnazione e quindi l’esclusione: un ef- fetto, quest’ultimo, aggravato dal timore che il rafforzamento dei principali poli urbani possa acuire il divario tra città e montagna, tra attività imprenditoriali di fondovalle e in aree discoste. Persino le città di Varese e Como hanno dovuto far i conti con l’attrattività della capitale sca- ligera, divenendo quasi quartieri di Mi- lano: come successo con i Cantoni alpini limitrofi alTicino, hanno dovuto prender coscienza che gradualmente il loro be- nessere era intaccato dalla concentra- zione delle opportunità nelle maggiori città dell’Altipiano svizzero e della Pia- nura padana. Fortunatamente, come ipotizzato un decennio fa dal Diparti- mento del territorio nel un studio*, in Ticino la spinta dei progetti d’aggrega- zione comunale ha permesso di limitare la concentrazione di popolazione, possi- bilità di lavoro e risorse economiche nei principali poli economici, soprattutto Lugano. Il divario traTicino urbano eTi- cino montano oggigiorno è ancora im-

portante.Tuttavia, grazie a una rinnovata organizzazione della mobilità regionale e a nuove politiche di promozione del patrimonio, si è riusciti ad attenuare l’ab- bandono della montagna. Non mancano nemmeno gli squilibri territoriali, conte- nuti o «assestati» di volta in volta con specifiche misure pianificatorie quali, ad esempio, il contingentamento delle aree edificabili, la tutela del territorio e altri interventi prioritari. A ogni comparto la propria specificità, affinché la rete ur- bana sia equilibrata e la montagna sia in grado di assumere gran parte del suo destino con le proprie forze. Volontà supportata dai municipi Abbandonando l’autostrada e avventu- randosi nelle valli ticinesi si possono così incrociare attività commerciali di- versificate e, per la maggior parte, a chi- lometro zero. Si va dal minisupermer- cato altoleventinese ricco di prodotti regionali, alla bottega bleniese abbinata alla posta o all’ente turistico, al commer- cio al dettaglio valmaggese, sino ai bar-edicola, ristoranti-gallerie d’arte e altro ancora. Questa volontà di attivarsi spesso è supportata dai municipi, sem- pre sensibili, ma comunque legati al proprio margine d’azione finanziario. Si è infatti visto sostenere l’apertura di un

ristorante, di una bottega o di un chiosco semplicemente mettendo a disposizione uno spazio a prezzo di favore, agevo- lando attività e iniziative private o soste- nendo nel limite del possibile l’attività locale tramite ad esempio gli acquisti per le mense scolastiche. Iniziative simili tuttavia si registrano anche nei comuni delle cinture urbane: piccoli commerci che a volte grazie anche alla sensibilità dell’ente pubblico, conservano il loro ruolo di servizio, non solo alla popola- zione anziana, meno mobile, e la fun- zione aggregante di punto d’incontro e scambio tra le persone. Dalla Leventina alla Valle di Blenio, alla Valle Maggia, Verzasca, Valle Morobbia, Ambrì, Porza, Valle di Muggio, Mendri- siotto, impossibile elencarli tutti, ma è opportuno ricordare ancora la forza trai- nante dell’artigianato locale, che impre- ziosisce le loro vetrine. Inoltre anche la scuola ci ha messo del suo: ul Mezanin del Centro professionale del verde è pure una bella realtà!Tutte vetrine socio- culturali, specchio fedele e suggestivo delle potenzialità delTicino.

Maura Käppeli, Reto Malandrini

* Valutazione e indirizzi per l’elaborazione del Modello di organizzazione territoriale

Ul Mezanin del Centro professionale del verde, un progetto comune con la Fundazione Macundo, offre prodotti locali.

Foto: Fundazione Macundo

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COMUNE SVIZZERO 7/8 l 2017

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