I BONACOSSA

Si stima che in ogni abitazione ci fosse anche un telaio, per consentire con la filatura conto terzi, di contribuire alle entrate domestiche. Nel 1805 le fabbriche denominate filande ammontavano a Vigevano a 56. Operai impiegati 900 ogni anno. Imprenditori di prestigio: Giuseppe -Negrone e Giovanni Battista Negrone e il Senatore Vincenzo Roncalli.

Una curiosità

Nel salone di rappresentanza di Palazzo Roncalli a Vigevano si può osservare un affresco con ai quattro angoli i medaglioni che raffigurano putti con le fasi della lavorazione della seta. Uno di loro porta in mano i ramoscelli con i bozzoli e l’ultimo una matassa di tessuto. Il senatore Roncalli fu uno dei massimi filandieri.

Il periodo Napoleonico (1798/1814) La conquista di Vigevano da parte dell’esercito di Napoleone provocò un periodo di stasi per il settore che fu penalizzato dalle imposte e dazi severi applicati al prodotto e alla commercializzazione stessa. Il 29% era il dazio sulla seta greggia (Proveniente dalla trattura, dalla prima fase di lavorazione) per bloccare la produzione della stessa e il commercio nella penisola e verso gli stati esteri. Questo boicottaggio serviva a creare un monopolio del mercato favorendo le filande francesi che aumentarono di numero, mentre sorsero filande in Austria e in Germania. Per questi motivi parte degli imprenditori rivolsero il loro impegno verso l’agricoltura. Inoltre dal 1860 per circa un decennio scomparve la concorrenza fra le imprese della lavorazione serica a causa di una grave malattia del baco da seta che condizionò in modo ciclico l’andamento della lavorazione rallentandone la crescita. Mancando la materia prima, avendo un lavoro discontinuo, molte piccole filande che si servivano di obsoleti fornelli a legna per la trattura della seta, perdettero introiti e rischiarono il fallimento o chiusero. Negli anni successivi degli imprenditori (Vincenzo e Luigi Bonacossa) più competitivi importarono dall’oriente un seme resistente all’epidemia e la produzione, con fatica riprese in parte, anche se il comparto avendo subito un lungo arresto non era attivo come in precedenza. Si viveva il periodo della Restaurazione post –Napoleonica che aveva gravato con severi dazi (il 29% era il dazio sulla seta greggia) e le filande della nostra zona dovevano sopperire al danno provocato negli anni dovuto dai dazi severi e dalla scarsità di materia prima da lavorare (bozzoli) per l’epidemia del baco da seta anche questa prodotta da un contagio attraverso le spore di alcuni bachi da seta provenienti dalla Francia.

Made with FlippingBook Learn more on our blog