L'Amico del Popolo digitale

Dai nostri paesi

17

L’Amico del Popolo 2 gennaio 2014 - N. 1

Cadore e Ampezzo

bagno o una doccia calda era possibile né per i mon- tanari né per gli ospiti. Ma neppure le connessioni con il mondo tramite cellulare e internet era possibile una volta esaurite le batterie dei telefoni e dei computer. Nessun collegamento con i servizi on line (banche). Analogamente in crisi gli sportelli bancomat. Poi la luce serale. Il ritor- no all’indietro, con un salto di oltre 100 anni, ha sì tro- vato la gente impreparata, ma non perché montanara, bensì solo perché in linea con il proprio tempo. Ecco rispuntare dai ripostigli le vecchie candele bianche (le uniche per una luce decen- te), le lampade a petrolio, da campeggio a gas e tutte le torce (ideali quelle a ricari- ca manuale). Ad aggravare il tutto, l’impossibilità ad acquistare alcunché. L’as- senza di corrente ha messo fuori uso anche i negozi. E ciò che più infastidisce e indispone, è che questo sia avvenuto proprio nel territorio ove quasi ogni rio o fiume ha le sue centrali o centraline. Alcune di queste di proprietà degli stessi Co- muni coinvolti. E veniamo alle strade, nella notte sono sprofonda- te nel buio e trasformate in nere scie solo debolmente distinguibili. Vie per lo più ricoperte di ghiaccio divenu- te pericolose per i passanti. Nel buio notturno, poche le finestre adeguatamente illuminate, accompagnate da un costante rumore di motore. Pochi fortunati era- no riusciti a far partire dei gruppi elettrogeni privati. E il pensiero è andato alle situazioni critiche dove c’e- rano anziani soli o in strut- ture anch’esse in difficoltà. I montanari conoscono le stagioni e la preoccupazione si sono spostate anche alle riserve di cibo nei frigoriferi e nei congelatori. Un gran

ammasso di cibo pronto per essere buttato via. Problemi che son divenuti giganteschi per i negozi di alimentari, le macellerie, le pasticcerie, i fruttivendoli. Ulteriori preoccupazioni sono venute dalla possibili- tà che le tubature gelassero, mandando in tilt anche gli stessi scarichi. E il 27 dicembre si tradu- ce in una corsa ai rimedi. A tutte quelle alternative che avrebbero potuto esse- re attivate già il 26, se la comunicazione fosse stata corretta e tempestiva. Ecco la coda ai primi distributo- ri (anch’essi funzionanti con la corrente) a cui era giun- ta l’energia elettrica, per il rifornimento delle auto, ma soprattutto per i generatori. E poi il viaggio fin oltre la «zona di guerra», alla ricer- ca di stufe a gas e di gruppi elettrogeni. Non è da esclu- dere, nella logica del libero mercato, che ci sia stato anche un rincaro dei prezzi. Tutti costi che probabilmen- te mai verranno recuperati. Le scarse informazioni sono divenute minime quando la rete dei cellulari è entrata in crisi. E da chi, le risposte avrebbe dovuto darle, anco- ra molta imprecisione e nes- suna certezza, con i sindaci divenuti parafulmini della rabbia popolare. Poi finalmente sono giun- ti i gruppi elettrogeni «pub- blici» e le connessioni anche se precarie. E finalmente, lentamente, l’energia è ar- rivata (sta arrivando!) nei vari paesi. Scatenando l’in- sofferenza degli esclusi. Nel- la sera del 28 si ricorda che ancora 8000 utenze erano prive di servizio. E poi c’è ci dice che i mon- tanari sanno solo piagnuco- lare. Facile dirlo quando si è in una zona che nessuno si permette, per ovvi inte- ressi, di sottovalutare e di trascurare. Carla Laguna rapidi anche le eventuali normative che intralciano la messe in sicurezza degli impianti fondamentali. Do- vrà essere stabilito con mol- ta accuratezza un sistema di comunicazione alla gente. Non dovrà essere abbando- nato il territorio e andrà predisposta una accuratis- sima gestione del territorio che, se pur costosa, ripa- gherà rispetto a (mancati?) risarcimenti postumi. Non dovrà, in nessun caso costi- tuire motivo di disinteresse, la poca densità di popolazio- ne perché a uno Stato si ri- chiedono servizi funzionanti al di là dei costi. Lo Stato, a cui tutti i cittadini onesti devolvono parte consisten- te dei loro guadagni, non è un’impresa privata che deve curare attentamente costi e ricavi. Risulta chiaro che lo Stato potrà guadagnare nel predisporre il funziona- mento dei servizi in alcune zone, mentre sarà in perdita in altre zone. C.L.

Black out di giorni, non è una fatalità Negligenza, organizzazione inadeguata, gestione delle linee non appropriata CADORE - Solo una parte della popolazione ha potuto contenere il disagio grazie ai gruppi elettrogeni.

Alle calamità naturali i montanari sono abituati ma alla negligenza legata a una organizzazione lo- gistica inadeguata, a una gestione non appropriata e curata delle proprie linee, a una lentezza esasperante, a una comunicazione insuf- ficiente e inattendibile non riusciranno mai a sottomet- tersi. E possono chiamarli «piagnucoloni», come un assessore regionale li ha in passato apostrofati, ma i Cadorini hanno avuto mo- do di superare le difficoltà senza dar vita a una vera «rivolta». Rimarranno le «ferite» sul territorio, in gran parte economiche, legate a que- gli agognati ricavi che una stagione turistica, appena partita e che principal- mente va a concentrarsi in quindici giorni, poteva da- re. Una piccola boccata di ossigeno in una economia ridotta all’osso. E tutto per una precipitazione per nulla eccezionale che rende la vi- cenda ancora più irritante, fastidiosa e incomprensibile. La mancata erogazione di corrente elettrica legata a una precipitazione larga- mente prevista non doveva creare così tanti disagi e so- prattutto per un tempo così lungo. Se, riportando le pa- role di un sindaco, la man- canza di energia elettrica per il giorno 26 dicembre poteva essere anche giusti- ficata, già meno comprensi- bile appariva il prolungarsi dell’assenza per il giorno 27. Giorno in cui tutte le condi- zioni meteorologiche erano favorevoli. Sconcertante e inaccettabile la mancanza del 28. Tutto in una assenza di comunicazioni corrette ed esaurienti ai cittadini. Ai tanti che si sono precipitati nella mattinata del 26 (l’e- nergia elettrica era stata sospesa a singhiozzo dalle primissime ore del mattino e poi definitivamente dalle 7.30) al numero per la se- gnalazione guasti veniva risposto da voce registrata che il ripristino era previ- sto per le 14, poi divenute le 19. Infine a tarda sera un

di montagna non può farvi paura un po’ di neve», que- sta una battuta apparsa in rete. Elenchiamo le difficoltà. Senza corrente gli impianti di riscaldamento a gasolio e a gas non funzionano, ciò già mette al tappeto gli alberghi e le strutture ricettive togliendo loro il sacrosanto diritto di lavo- rare. Ma anche i montana- ri che in questi ultimi anni si erano affidati alle stufe a pellet sono rimasti spiaz- zati. Rimanevano le vecchie stufe o le stube. Ecco quindi famiglie migrare nelle casa di parenti meno «moderni». Senza corrente non fun- zionano neppure le cucine elettriche, ne segue che neppure il cibo poteva esse- re preparato. Neppure un

CADORE - I cartelli sulle vetrine: tutto fermo, sotto le Feste.

operatore ammetteva che il guasto era enorme, che non era prevedibile un orario di riattivazione del servizio. Sollecitato a identificare il luogo dell’interruzione della linea, rispondeva can-

didamente che non lo cono- scevano. Ed era trascorsa un’intera giornata, ed era sera. La popolazione aveva solo vagamente immagina- to i disagi che sarebbe an- data incontro. «Siete gente

cadore La rabbia della gente e delle autorità: molte cose devono cambiare La scarsa densità di popolazione non può essere un motivo per giustificare servizi malfunzionanti

E la corrente prodotta in loco? La corrente disponibile a ‘‘chilometro zero’’? Nulla! «Ci hanno dato un assag- gio della vita in montagna fra dieci anni. Senza treni, senza ospedali e senza cor- rente», dicono i pessimisti. Molti si sono arrabbiati perché i media hanno par- lato solo di Cortina, trascu- rando totalmente le zone limitrofe. E le notizie, per- lopiù, erano imperniate sui ricchi ospiti e non su tutti i Cortinesi e Ampezzani che lì vivono e lavorano. I Cadorini non se la so- no presa con le squadre di operai al lavoro, che hanno cercato in tutti i modi di at- tivarsi seguendo le direttive. Alcuni di essi sono giunti anche dal Centro Italia, allertati nelle nottata tra il 26 e 27. Giunti in Cadore hanno posizionato alcuni gruppi elettrogeni, o sono intervenuti nel tentativo di ripristinare le linee. I sindaci si sono trovati nel mezzo della tempesta,

con i concittadini inferociti. Il sindaco di Domegge, Lino Paolo Fedon già nella serata del 26 aveva avuto la percezione che la vicen- da non si sarebbe risolta in poche ore: aveva inviato ai compaesani di cui ha il nu- mero in rubrica (oltre 150) l’allerta con l’invito a dif- fondere il più possibile la notizia. E ciò prima che i telefonini rimanessero sen- za batteria e con la rete di telefonia mobile ancora in funzione. Poi basta, impos- sibile anche comunicare. Se un po’ di consolazione giungeva con le prime uten- ze di nuovo servite nella se- ra del 27, rimaneva l’amaro in bocca per la parte alta di Domegge, l’intera Vallesella e Grea non servite neppure nella mattinata del 28. Una visita in Prefettura e una serie di ulteriori solleciti permettevano di far giunge- re in paese oltre una ventina di tecnici. Le problematicità di Domegge erano imputabi- le al fatto che, accanto alle

CADORE - L’installazione di un gruppo elettrogeno.

difficoltà sulla rete ad alta tensione, v’erano quelle in loco sulle linee locali. Alle 15.30 del 28 tutti avevano finalmente la corrente. Ci sono paesi e comuni interi dov’e andata - e dove sta an- dando - molto peggio. Le perdite economiche forse non saranno mai de- bitamente conteggiate. Ne elenchiamo velocemente al- cune: le strutture ricettive per le disdette, i negozi, i ri-

storanti e i bar per impossi- bilità d’aprire e di fornire il servizio, a cui va aggiunto il danno per le merci deterio- rate, gli impianti di risalita e gli stadi per l’impossibilità a funzionare. Ora c’è molta rabbia in tutte le persone e autorità locali coinvolte. Le cause dovranno andar ricercate accuratamente ed even- tuali responsabili puniti. Andranno riviste in tempi

Made with FlippingBook - professional solution for displaying marketing and sales documents online