L'Amico del Popolo digitale

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GIORNALE FONDATONEL 1909 E FONDATO NEL 1909 I

DA 100 ANNI IL TUOAMICO a 1 5 anni il tuo amico

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Anno CIII - N. 11 - 6 marzo 2011 n o CV - N. 1 - 2 gennaio 2014

Una copia 1 - ccp 11622321 Una copia € 1,20

camera di commercio Un quadro cupo dell’economia A pagina 2

informatica Prodotto bellunese sul mercato mondiale A pagina 3

almanacco In 12 pagine la storia del 2013 Alle pagine 19-30

cultura L’adorazione dei Magi di San Nicolò A pagina 43

Riflettendo sui danni della nevicata del 26 non dovrà più succedere

La nevicata del 26 dicembre ha provocato un prolungato black out elettrico con gravi conseguenze Cadore, Agordino, Zoldo: tanti disagi e danni In varie località l’energia elettrica è mancata per più di tre giorni di seguito

Non dovrà più succedere. La considerazione è sponta- nea, ma anche molto determi- nata, visto quanto è capitato alla parte alta della provincia di Belluno per la nevicata del 26 dicembre. In futuro non dovrà più succedere e, per l’immediato, dovranno esse- re accertate con chiarezza le ragioni e le responsabilità di quanto è avvenuto e dovranno essere ripagati i danni subiti. Ma perché non succeda più sarà necessario rimuovere le cause che hanno provoca- to l’interruzione delle vie di comunicazione e il black out elettrico. Per esempio andrà curata con maggiore attenzio- ne e sollecitudine la pulizia dei margini delle strade e il taglio delle piante a ridosso delle linee elettriche, valu- tando anche la necessità di metterle maggiormente in sicurezza. Terna, la società che si occupa dell’alta tensio- ne, ha precisato che le piante cadute, che hanno provocato le interruzioni, «erano note- volmente esterne alla fascia asservita ai conduttori». Ma se le piante sono alte molto di più di quella che è la zona di rispetto fissata per legge è evidente che la possibilità di danni alle linee elettriche è più che concreta. Sempre Ter- na ha fatto sapere che un’al- tra ragione dei guasti è stata la pesantezza della neve che non è stata sopportata dagli elettrodotti. Ma c’è anche da dire che la stessa Terna ha ri- conosciuto la necessità che gli impianti vengano ammoder- nati. Per questo ha detto di avere già a disposizione 150 milioni per il Bellunese e di essere pronta a intervenire, facendo però capire che c’è la necessità che ci sia collabora- zione a livello locale per con- dividere i progetti e che non ci siano opposizioni e ritardi come è stato in passato. La disponibilità di Terna va certamente concretizzata, e in fretta, per garantire al Bellunese un migliore ap- provvigionamento energetico, ma senza che ciò voglia dire cedere a una sorta di ricatto (cioè: i soldi ci sono e subito, ma a patto che si faccia come vogliamo noi). Gli impianti vanno ammodernati perché si tratta di una necessità vitale per il Bellunese, ma è altret- tanto importante che ciò sia fatto nel modo migliore per il territorio, anche da un punto di vista di impatto ambienta- le, con il consenso degli enti che lo rappresentano. Le difficoltà causate dall’ul- tima nevicata hanno anche

Cosa c’è di più normale in montagna di una nevicata di qualche decina di centimentri a fine dicembre? Non andate a chiederlo a chi vive in Cado- re, in Agordino o in Zoldo per- ché dal 26 dicembre, proprio a causa di una nevicata di qualche decina di centimetri, la parte alta della provincia di Belluno ha vissuto giorni di grande difficoltà e disagio. I primi a manifestarsi sono sta- ti i problemi alla circolazione, particolarmente intensa nella giornata successiva al Natale, resa impossibile in più punti dalle piante schiantate dal- la neve e cadute sulle strade (e anche sulla ferrovia tanto che pure la tratta Belluno- Calalzo è rimasta a lungo interrotta). Contemporanea- mente in quasi tutti i Comuni dell’area è mancata la luce a causa dei danni provocati alle linee elettriche dal peso della neve e dalla caduta degli al- beri. E con la luce è venuto a mancare tutto ciò che ha bisogno di energia elettrica per funzionare (da tanti tipi di riscaldamento, a svariati dispositivi delle case e delle aziende, come i congelatori o gli erogatori di benzina, solo per fare due esempi). E poi ci sono stati problemi alle co- municazioni perché non sono più stati utilizzabili nemmeno i cellulari una volta scarica- tisi. Per un giorno e mezzo a Cortina, per due o tre giorni in tante altre località (e in alcune anche di più) i disa- gi sono stati fortissimi con il coinvolgimento di quasi 60mi- la persone, senza contare i turisti che in questo periodo affollano le nostre Dolomiti. Una situazione di grande di- sagio, resa più pesante dalla difficoltà incontrata dai tec- nici nelle riparazioni (per il maltempo, ma anche per la quantità dei danni e per la difficoltà di raggiungere i luoghi di intervento) e nel ga- rantire nel frattempo la pre- senza di generatori che soppe- rissero all’interruzione delle linee elettriche. Per la parte alta della provincia sono sta- te giornate dure, che oltre ai disagi hanno provocato dan- ni consistenti (sia d’immagine che di natura economica) e che sono stati accompagnati pure da tanta rabbia, tante pro- teste e rivendicazioni, anche per essere stati lasciati soli e per non essere stati sostenuti da un’adeguata informazione da parte dell’Anas, dei gestori delle linee elettriche e degli enti territoriali di coordina- mento. Altri servizi nelle cronache

messo in evidenza una ge- nerale carenza del Bellunese nell’avere soluzioni di riserva. E’ venuta meno la fornitura di energia elettrica, ma qua- si nessuno era dotato di gene- ratori elettrici e chi li aveva magari non si era dotato del- le riserve di gasolio per farli funzionare (e ha fatto anche fatica a recuperare il gasolio perché i distributori erano bloccati). Una prima misura concreta per “ripagare” i Comuni inte- ressati per quanto è capitato è di sicuro quella di dotarli dei generatori necessari a fron- teggiare altre possibili emer- genze. Una dotazione che dovrebbe essere inquadrata come misura “normale” per una zona di montagna come la nostra, viste le conseguen- ze che una nevicata “normale” può provocare. Una dotazione che i Bellunesi possono pre- tendere tanto di più perché cittadini di un territorio che da decenni e decenni vede i suoi corsi d’acqua sfruttati per la produzione di energia elettrica e, tra l’altro, ha appe- na concluso l’anno in cui è sta- to ricordato il cinquantesimo anniversario della tragedia del Vajont. Il Bellunese ha già dato molto e continua a dare per la produzione di energia elettri- ca. è doveroso che anche rice- va il giusto in contraccambio e che sia messo in condizione di “funzionare” al meglio come sistema montagna, secondo le sue esigenze specifiche e particolari. Perché, un fatto come il black out elettrico che si è verificato, provoca conse- guenze su tutto l’insieme del sistema montagna. Non solo sulle famiglie che restano al freddo e al buio, ma anche sugli alberghi, che vedono scappare i turisti, sugli im- pianti a fune, impossibilitati ad accogliere gli sciatori, sul commercio e sulle altre atti- vità economiche in genere, sull’immagine stessa del ter- ritorio (non è infondata a que- sto proposito la preoccupazio- ne di Cortina circa i riflessi che ci potranno essere sulla sua candidatura ai Mondiali di sci del 2019). Ben si com- prende allora perché venga anche avanzata la richiesta, in un caso come questo, del riconoscimento dello stato di calamità naturale. Infine, una nota e un plau- so a tutti coloro (semplici cit- tadini, tecnici, amministrato- ri...) che in questa emergenza hanno fatto di tutto e di più per alleviare i problemi di chi era nel disagio.

LASTE - Tecnici al lavoro per rimettere in funzione le linee elettriche.

Da

telescopio Nella strage romana di Via Rasella morirono vari soldati tedeschi e la rappresaglia eseguita al- le Fosse Ardeatine seguì la legge di guerra, dieci a uno. Recentemente morì il colonnello Erich Priebke, che aveva comandato la strage e che sparò perso- nalmente a qualcuno dei condannati. Una signora poco dopo disse alla radio che Priebke sarebbe potuto essere sepolto accanto al- le sue vittime. Parve una provocazione, un oltraggio al dolore innocente, una scossa inaccettabile al buon senso. Ma avrà rice- vuto, il colonnello assassi- no, influssi delittuosi dalla cultura nazista o dall’edu- cazione familiare? Forse ci aveva già pensato san Paolo, che nella Prima ai Corinti aveva scritto: «Non vogliate giudicare nulla fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in lu- ce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori!» (4,5). Nell’aldilà agli assassini e alle vitti- me san Paolo in persona ha avuto l’occasione di offrire spiegazioni illuminanti sul difficile argomento. Galileo giorni attendiamo la Specificità 7 2 3

Un traliccio incurvato. (Foto Zanfron)

Chiaro il messaggio del black out Norme e risorse particolari per il governo della montagna Il black out elettrico e tutte le conseguenze che ne sono derivate indicano con chiarezza che la montagna ha bisogno di norme specifiche e di risorse particolari per governare il suo territorio. Norme specifiche perché le esigenze e i problemi delle linee elettriche in montagna (ma anche delle strade, dei corsi d’acqua, dei boschi...) sono diversi rispetto a quelli della pianura. Risorse particolari perché intervenire in montagna è normal- mente più difficoltoso e più costoso, ci vogliono mezzi adeguati e conoscenze specifiche. Anche il black out elettrico indica con chiarezza che la montagna deve poter essere governata da chi la conosce bene, da chi la vive e la sa curare. La montagna ha bisogno di potersi autogovernare, un bisogno emerso tanto più urgente- mente in questa occasione in cui s’è sentita chiara- mente anche la mancanza dell’azione della Provincia che, commissariata da più di due anni, non ha saputo garantire la necessaria azione di coordinamento e sup- porto. C’è bisogno di una Provincia che sia espressione del territorio e che sia dotata di tutte le competenze e le risorse che servono alla montagna. A quasi due anni dall’approvazione del nuovo statuto regionale Venezia non può più avere scuse: la specificità della provincia di Belluno va attuata e va attuata subito.

In provincia e nel mondo

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L’Amico del Popolo 2 gennaio 2014 - N. 1

camera di commercio - Il punto sul 2013 del presidente Luigi Curto Cupo il quadro dell’economia provinciale Il manifatturiero arresta la caduta, ma è ancora prematuro parlare di ripresa

Non indica la strada la percorre

Il 12 marzo cade l’anniversario della morte di don Orione. Non conoscevo, se non di nome, questo gigante della carità del XX secolo, fino a quando è stato pro- clamato Santo. Del resto tali proclamazioni servono proprio a mettere sul candelabro delle figure poco note, forse anche discusse – don Orione nella cari- tà era esagerato – affinché diventino modelli di vita cristiana. Forse per questo faccio fatica a capire che si proclamino santi i papi che la Provvidenza stessa, mentre erano in questa vita, ha già collocato nel punto più in vista nella Chiesa e anche nel mondo. Dopo l’incontro con san Luigi Orione, il 12 marzo è diventato un giorno un po’ speciale. Nel 2013 quella data è stata molto importante. Iniziava un conclave atteso e un po’ strano, dato che il Papa precedente non era morto, ma aveva rinunciato al ministero di Pietro. Immagino che don Orione quel giorno sia stato molto occupato a intercedere per il nuovo Papa. Lui aveva amato molto l’America Latina e l’Argentina in modo particolare. Dopo alcuni anni di permanenza in quel lontano paese, dove erano arrivati tanti italiani, i suoi collaboratori lo forzarono a ritornare in Italia dove – dicevano – le molte opere che aveva avviato erano in difficoltà a causa della lontananza del fondatore. Fosse stato per lui, sarebbe rimasto in Argentina. è lecito sospettare che proprio Orione abbia messo una parola presso lo Spirito Santo in favore dell’arcivesco- vo di Buenos Aires. Così il giorno dopo, 13 marzo, il cardinale Bergoglio divenne papa Francesco. Se l’im- maginazione si avvicina un po’ alla realtà, bisognerà dire che don Orione ha fatto un altro dei colpi di cui era maestro, sorprendendo tutti. La novità è stata grande e i nove mesi trascorsi da allora hanno fatto aumentare la consapevolezza di quale grazia la Chiesa abbia ricevuto tramite France- sco. Nel Te Deum di fine 2013 in tutte le chiese viene pronunciato un ‘grazie’ convinto per quanto è accaduto nell’anno che si chiude. Nei riguardi di papa Francesco si parla ormai di un fenomeno. Ma qual è? Il suo modo di vivere e presenta- re la fede sorprende. Non enuncia grandi verità e non proclama alti principi morali: li vive con semplicità, radicalità e libertà. Egli dice: «Con normalità». Non esorta al silenzio e alla preghiera a cui evidentemente tiene tantissimo; li propone a coloro che lo avvicinano, a cominciare dalla prima preghiera silenziosa che ha chiesto la sera di quel 13 marzo, quando si è presen- tato al balcone, vestito di bianco. Non predica la so- lidarietà, ma la vive nella concretezza, con coerenza che può sconcertare. Parla chiaro a tutti, ma senza accusare. Non tesse l’elogio dell’amore, ma ama, aldilà delle forme alle quali siamo abituati. Non indica la strada, la percorre. E così pone a tutti noi credenti il bisogno di una scelta: vogliamo veramente seguire il pastore, anche su strade nuove, o ci accontentiamo dell’applauso che ci lascia dove ci troviamo? è evidente a tutti che Bergoglio ha sgretolato in alcuni mesi molti dei pregiudizi che pesavano sulla Chiesa. L’anno scorso, a questa stessa ora, tanti parlavano e scrivevano della crisi, della stanchezza, degli scandali della Chiesa; oggi parlano e scrivono di quanto il Papa fa e dice. Sorprende che ci sia un uomo che porta gioia solo al vederlo e ascoltarne la voce. C’è tra noi chi sente l’obbligo di invitare alla pruden- za. Ci dicono: «L’entusiasmo è grande, ma non dura! Meglio non farsi illusioni». Credo che si tratti di un grande errore nel quale potremmo cadere in tanti. C’è il rischio di minimizzare la novità di Francesco; di non vedere che il Vangelo ha incominciato una nuova corsa attraverso il mondo e di rimanere ai margini, in attesa che le cose siano più chiare, che arrivino le riforme promesse, che si vedano i frutti, che si mani- festino le prevedibili opposizioni. Mettendo nel conto qualche mossa sbagliata che evidentemente non fa paura e non ferma quest’ uomo che continua a definirsi sinceramente: io sono un peccatore, al quale Dio ha guardato ‘misericordiando’. Nel Te Deum canto il ‘grazie’ convinto per il dono di Francesco e subito dopo sono obbligato a chiedermi: «Io, proprio io personalmente, in che cosa devo cam- biare?» Prima di elaborare una risposta pensata sento una spinta che suggerisce imperiosamente: «Molto! Devi cambiare molto». Allora anche quelle famose scarpe nere che portano il segno di tante riparazioni fanno sentire strette le mie scarpe probabilmente più intonate al gusto della moda. Il suo deciso rifiuto a farsi servire, la libertà davanti ai protocolli, il non dare ascolto, pur rispet- tosamente e con il sorriso sulle labbra, a chi dice che si è sempre fatto così, il voler vivere in mezzo agli altri, la semplicità bonaria che lascia trasparire una buona dose di furbizia, tutte queste cose ci costringono a riscoprire l’essenziale, quello che conta, quello che serve veramente alla causa del Vangelo. E a lasciar cadere quello che non serve più e che ci appesantisce. Rivedo la faccia di don Orione incorniciata da orecchie sproporzionate, con due grandi occhi, il sorriso peren- ne e, quello sì, proprio furbo, il profilo che annuncia una volontà di ferro e mi pare che dica: «Io lo sapevo. Conosco bene l’America Latina e sapevo chi vi arrivava da laggiù. Adesso però svegliatevi voi». Luigi DEl Favero

«Il quadro dell’economia provinciale appare nel com- plesso piuttosto cupo», paro- la di Luigi Curto, presidente della Camera di commercio di Belluno che a fine anno ha reso pubbliche le prime valutazioni sull’andamento del 2013. «Se è vero che nel manifatturiero si registra la fine della caduta - ha fatto presente Curto - è parimenti chiaro che l’analisi dei dati in serie storica e l’incertezza del contesto economico generale rendono ancora prematuro parlare di ripresa. Insomma, la luce in fondo al tunnel si stenta a vederla, anche in considerazione del fatto che a settembre si è verificato un leggero rallentamento ri- spetto ai periodi precedenti. Si aggiunga che altri settori, come l’edilizia e il commercio, soffrono per il drastico ridi- mensionamento dei consumi interni oltre che per una certa difficoltà nell’innovare la pro- pria offerta, mentre i numeri del turismo sono poco soddi- sfacenti». «Balza del resto agli occhi- continua Curto - come il ma- lessere sociale ed economico sia alquanto diffuso... La crisi ha portato a un impoverimen- to generale della provincia e a un proliferare di situazio- ni di difficoltà e di disagio... Unioncamere ha evidenziato come dal 2006 al 2010 ci sia stata una sostanziale tenuta del reddito provinciale delle famiglie consumatrici, ma con un calo di circa mille eu- ro dal 2008 al 2010 (da 19.253 a 18.360 euro), mentre nello stesso periodo l’arretramen- to dei consumi finali interni non alimentari è stato di qua- si 2mila euro (da 17.691 nel 2008 a 15.745 euro nel 2010)... E’ oltremodo probabile sup- porre che dal 2010 a oggi la situazione sia notevolmente peggiorata, tenuto conto che le famiglie hanno già forte- mente intaccato i loro rispar- mi per far fronte alla seconda ondata di recessione». imprese Al 30 novembre 2013 il Re- gistro delle imprese della Ca- mera di commercio di Belluno è sceso da 15.144 a 14.932, cioè oggi conta 212 unità in meno rispetto a novembre 2012, con una diminuzione dell’1,4%. Il ridimensionamento interes- sa soprattutto l’edilizia (meno 91 imprese, pari a -3,3% del totale), l’agricoltura (scesa del 3,2% e di 64 imprese) e il ma- nifatturiero, con 50 imprese (-2,6%). Il saldo tra iscrizioni e cancellazioni gennaio-novem- bre è risultato negativo per le ditte individuali (-158 unità) e per le società di persone (-42) e positivo per società di capi- tale (+33). Più consistente, in termini percentuali, è stato il calo delle imprese artigiane attive: al 30 settembre 2013 erano 5.292, -2,8% rispetto a Nel periodo gennaio-no- vembre 2013 si è registrata una variazione assoluta ne- gativa (-74 unità) delle impre- se agricole attive: a fronte di 105 nuove imprese, le cessa- zioni sono state 169. In corso d’anno la remunerazione del 12 mesi prima. agricoltura

commercio Dopo cinque trimestri ca- ratterizzati dal segno meno, il terzo del 2013 ha chiuso con un leggero aumento delle ven- dite, ma con ordini a fornitori e prezzi di vendita in calo. La variazione trimestrale del vo- lume di affari si è rivelata al di sotto della media regionale, ma in ripresa di oltre 4 punti percentuali rispetto al secon- do trimestre. Il dato medio è la sintesi di andamenti diffe- renti, che vede in difficoltà il reparto non alimentare (ma nel terzo trimestre dell’anno anche quello alimentare) e la piccola/media distribu- zione, mentre ipermercati, supermercati e grande di- stribuzione evidenziano per- formances positive. Le attese degli imprenditori formulate a settembre per gli ultimi tre mesi dell’anno indicano un certo miglioramento, anche nel comparto non alimentare. turismo Il turismo bellunese, no- nostante il processo di in- ternazionalizzazione che ha caratterizzato gli ultimi anni, è ancora prevalentemente ita- liano e veneto in particolare; questo aspetto ha penalizzato le strutture ricettive che han- no dovuto fare i conti con la seconda ondata della crisi eco- nomica che ha minato ancor di più le possibilità di spesa dei connazionali. I risultati in termini di arrivi e presenze sono stati negativi per gran parte dell’anno con la sola ec- cezione di marzo e settembre. Si è avuta una migliore tenu- ta della compagine straniera. Il comparto complementare è apparso in sofferenza, con la sola eccezione dell’agritu- rismo, mentre l’alberghiero, nonostante grosse difficoltà, ha tenuto un pochino meglio, soprattutto nelle categorie L’interscambio commercia- le bellunese ha evidenziato un andamento antitetico nei primi 9 mesi dell’anno con un aumento del 2,5% delle espor- tazioni e una diminuzione dell’8,5% delle importazio- ni. Tra i principali prodotti esportati, l’occhialeria tiene il passo con un incremento del 5,2%, mentre i macchinari lasciano sul terreno un -10%. Crollano gli scambi con la Cina, mentre si rafforzano quelli intracomunitari. Tra le destinazioni spiccano per la dinamica i rapporti con Brasi- le, Emirati Arabi, Hong Kong. lavoro I dati di Veneto Lavoro re- lativi alle assunzioni e alle cessazioni per la provincia di Belluno nei primi 9 mesi dell’anno indicano assunzioni in aumento rispetto all’ana- logo periodo del 2012 nel pri- mo e secondo trimestre, ma in calo nel terzo, a fronte di cessazioni sempre in aumen- to. La sintesi di queste movi- mentazioni ha dato dei saldi positivi nel primo e secondo trimestre, negativi nel terzo, dando prova di un peggiora- mento della situazione del mercato del lavoro. superiori. export

BELLUNO - L’intervento del presidente della Camera di com- mercio di Belluno, Luigi Curto (secondo da destra).

latte ai produttori si è sem- pre mantenuta su buoni li- velli favorendo anche i piccoli produttori. In calo di oltre il 30% la produzione del mais e del foraggio, mentre risulta in ascesa la produzione viti- vinicola. manifatturiero Dopo un 2012 all’insegna del meno, i primi tre trime- stri del 2013 hanno chiuso con valori positivi per tutti gli indicatori e generalmente superiori alla media regiona- le, ma i dati di settembre sono leggermente inferiori a quelli dei due trimestri precedenti. È quanto emerge dall’indagi- ne VenetoCongiuntura tra le aziende del manifatturiero con almeno due addetti svolta da Unioncamere del Veneto. La novità è che le imprese con un numero di addetti tra 2 e 9 a settembre hanno finalmen- te registrato una crescita per tutte le variabili, dimostran- do, limitatamente all’ultimo trimestre, una performance migliore delle altre, dopo una serie di segni meno che hanno avuto inizio nel quarto trime- stre 2011. artigianato Il 2013 si è rivelato un anno molto amaro per l’artigianato bellunese, sceso in termini di aziende, fino alla rilevazione di settembre, del 2,8%, anche se le imprese femminili sem- brano aver retto meglio alla crisi, accusando un calo più contenuto (-1,1%). La recessio- ne ha interessato un po’ tutti i settori, anche se edilizia e manifatturiero sembrano ri- sentire la crisi molto di più dei servizi, che hanno saputo riorganizzarsi meglio. Più in generale solo le imprese voca-

te all’export hanno ottenuto risultati apprezzabili, men- tre quelle del mercato inter- no hanno scontato la crisi dei consumi, tirando a campare. Problematica anche la situa- zione dei trasporti. L’occupa- zione è il tallone di Achille del comparto: nel primo semestre - secondo i dati di Confarti- gianato - ha subìto un calo del 4,1%, mentre, a sottolineare l’acuirsi della già problema- tica congiuntura provvedono altresì la riduzione degli in- vestimenti e dei fidi a breve segnalata per i primi 9 mesi dell’anno da Confidi. edilizia Nell’ambito dell’indagine VenetoCongiuntura per le costruzioni, dal 2011 fino al terzo trimestre di quest’an- no è stato un susseguirsi di segni meno, a testimonianza delle enormi difficoltà del comparto. Fino al primo tri- mestre di quest’anno, tutta- via, l’andamento provinciale, pur negativo, si era rivelato meno peggio della media re- gionale, mentre le due ultime rilevazioni - quella di giugno e quella di settembre - hanno evidenziato un ripiegamen- to, collocandosi al di sotto dell’andamento del Veneto per fatturato, ordini e prezzi, con forti implicazioni anche sul fronte occupazionale. Tutta- via, le attese formulate dagli imprenditori a settembre per gli ultimi tre mesi dell’anno indicano un saldo positivo tra ottimisti e pessimisti e quin- di nel complesso ci si atten- de un miglioramento - che si prefigura piuttosto come un rallentamento delle difficoltà - per lo più proveniente dall’e- dilizia privata (legato anche al Piano casa).

Tipografia Piave: FGnl:AM09-----0094nome: 27 febbraio 2010data: 22-02-11Ora: 11alt: 97,00Compos.:11,29del22-02-11base:B5col: CMYK

GIORNALEFONDATONEL1909

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In provincia e nel mondo

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L’Amico del Popolo 2 GENNAIO 2014 - N. 1

PEdavena - Massima onorificenza rotariana Cesare Lasen premiato col «Paul Harris Fellow»

HI-TECH - È un’iniziativa di Miduell Informatika di Santa Giustina Bellunese Sistemi informativi territoriali: prodotto “made in Belluno” sul mercato mondiale

Obiettivo mercati globali, e destinazione in 56 Paesi, per il Gis «Karto» (l’acroni- mo Gis significa Geographic information system) ideato e prodotto a Santa Giustina Bellunese. Si tratta dell’unico Gis ita- liano conforme agli standard internazionali e quindi in grado di competere con i più importanti prodotti america- ni. Con il Gis si organizzano i sistemi informativi territo- riali e «Karto» si distingue per l’interoperabilità dei da- ti, fra cui l’interfaccia con la grande piattaforma di Goo- gle Earth e i modelli 3D. La casa produttrice è Miduell Informatika Srl, azienda che fa capo a Mirco Minella e Mirco Sacchet, dà lavoro a circa una ventina di tecnici, molti dei quali operano an- che in telelavoro, e si avvale di consolidati rapporti con centri di ricerca in Italia e all’estero. L’ingegner Minella è un professionista che coltiva molteplici interessi sia co- me urbanista sia come in- formatico. «La rappresenta- zione del territorio mediante Gis», spiega Minella, «è uno strumento formidabile il cui utilizzo, assieme al Web, ha rivoluzionato la gestione di Colpo di scena nella fase conclusiva del recesso dalla compagine sociale di Dolo- miti Bus del gruppo francese Rapt Dev. Per il 39,5 per cen- to del pacchetto azionario in suo possesso, Rapt Dev Italia ha trovato l’accordo con un soggetto diverso da quello inizialmente ipotizzato. A Rapt Dev in Dolomiti Bus subentrerà il gruppo Mattioli (in attività dal 1904) attra- verso Fly Bus Srl di Marghe- ra, a cui andrà il 34,5 per cento e a cui fa capo il mar- chio «Cortina Express», e «La Linea Spa» di Mestre con il 5 per cento, aziende attive nel settore del trasporto di per- sone con servizi di noleggio con conducente e servizi di linea (mète da Cortina gli ae- roporti e alcuni collegamenti interregionali). Anche se va fatto salvo il diritto di prelazione da parte della Provincia, che detiene il 69,5 per cento della società del trasporto pubblico locale, è difficile che palazzo Piloni possa esercitare tale opzione se non altro per non compro- mettere i propri equilibri fi- nanziari. Il prezzo di cessione delle azioni di Rapt Dev Italia è stato stabilito in 6,2 milioni, e la cordata che in un batti- baleno si è affacciata sulla scena, portando a casa la partecipazione in Dolomiti DAL PAKISTAN sono fuggiti i vaccinatori inter- nazionali dopo che i teleba- ni ne hanno uccisi quattro e ora i bambini restano senza un presidio contro il virus della poliomielite.

PEDAVENA - Il professor Cesare Lasen tra il professor Paolo Conte (insignito lo scorso anno dello stesso premio) e Stefano Calabro, presidente del Rotary di Feltre.

Secondo una tradizione ormai consolidata, i soci del Rotary Club di Feltre si sono ritrovati venerdì 13 dicem- bre nel salone della Birreria Pedavena per la «Festa degli auguri», in prossimità del Natale. Ma l’incontro ha ac- quistato una particolare rile- vanza per un altro aspetto, la consegna a Cesare Lasen del «Paul Harris Fellow». Si trat- ta della massima onorificen- za, istituita nel 1947 in onore del fondatore del Rotary, as- segnata a personalità anche non rotariane che si sono distinte per il loro prestigio culturale, economico e socia- le e per l’attività di servizio nei confronti della comunità civile. E che il professor Cesare Lasen fosse degno di tale ri- conoscimento lo attesta la sua vita dedicata allo studio, al- la ricerca, alle pubblicazioni scientifiche, a responsabilità assunte in diverse istituzioni italiane e internazionali. Ad illustrare i meriti da lui acquisiti è stato il pre- sidente del Rotary Club di Feltre, Stefano Calabro, che ha sottolineato alcune tappe fondamentali del suo curricu- lum vitae. Breve il suo intervento, che ha consentito ai soci presenti nel salone di farsi un’idea di quanto vasti siano stati gli interessi che hanno segnato l’esistenza di Cesare Lasen. Costante la sua passione so- prattutto per la botanica, in particolare floristica, per gli studi ecologici, per la conser- vazione della natura, specie in ambito montano. Oltre 200 le sue pubblicazioni scienti- fiche, comparse su riviste locali, nazionali ed estere. Ma non meno significative le 100 e più conferenze che lo hanno visto protagonista in sedi prestigiose e sempre su temi relativi alla flora, alla vegetazione, alla promozione e rispetto per la natura. E non meno intensa è stata la sua attività in seno ad orga- nismi importanti quali ,ad esempio, il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, di cui fu presidente dal 1993 al 1998, la giunta della Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali, la Società Botanica Italiana, senza dimenticare il suo insegnamento e la colla- borazione con alcune univer- sità italiane. Fra gli incarichi assunti re- centemente vanno ricordati quelli di socio dell’Accademia Italiana di Scienze Foresta- li di Firenze, di membro del Comitato scientifico della Fondazione Dolomiti-Unesco. Nel luglio 2011 gli è stato assegnato il premio «Pelmo d’oro» per i suoi fondamenta-

li studi sulla cultura alpina. Solo accenni che attestano a sufficienza come l’ambita onorificenza abbia premiato un feltrino per le sue com- petenze scientifiche, che gli hanno dato notorietà e presti- gio ben oltre i ristretti confini della sua terra natia. Un riconoscimento, quello che ha ricevuto dalle mani del presidente Stefano Ca- labro, che lo scorso anno era andato al professor Paolo Conte, non a caso presente nel salone della Birreria per festeggiare uno studioso in- signe, cui è legato da vincoli di amicizia. Gabriele Turrin IN EGITTO il governo ha messo fuori legge l’or- ganizzazione dei Fratelli Musulmani considerandola terroristica. DALLA RUSSIA grazie all’amnistia potranno ri- tornare in patria gli eco- logisti arrestati nel Mar Artico per proteste contro il governo che permette la caccia alle balene. IN UCRAINA una gior- nalista che sostiene l’ade- sione del Paese all’Unione Europea la notte di Natale è stato aggredita in mac- china riportando gravi fratture e un trauma cra- nico. IN TURCHIA il premier ha dimissionato dieci mi- nistri dopo lo scandalo che ha coinvolto molte persone in vista nel Paese. IN NEPAL due turisti italiani sono stati trovati morti per avvelenamento da ossido di carbonio. A MOSCA la temperatu- ra il giorno di Natale era così alta che non se ne ri- cordava una simile per le Festività dal 1910 in poi. IN IRAQ il giorno di Na- tale due scoppi hanno cau- sato 35 morti e molti feriti facendo crescere nel 2013 il numero dei morti per scon- tri a sfondo religioso a ben 6650 persone. ISRAELE ha reagito for- temente con degli attacchi aerei sulla Striscia di Gaza dopo che un soldato ebreo era stato ucciso da un cec- chino lungo il muro de se- parazione dei due Stati. IN SUD SUDAN è in atto una terribile pulizia etnica contro le minoranze e già nella prima settimana di scontri i morti sono stati ol- tre mille e i rifugiati circa 100mila.

Un esempio di portale turistico direttamente correlato con Google Earth della bellunese Mi- duell Informatika.

tutti i dati che interessano, appunto, il territorio». Il Gis «Karto» è nato nel 1986, la sua prima versio- ne conforme agli standard internazionali è stata pre- sentata nel 2007 e dispone di vari applicativi tra cui un portale cartografico co- munale accessibile a tutti e in uso presso diverse Am- ministrazioni (in provincia di Belluno, Sedico, Agordo e Sospirolo). Ora, come si accennava, «Karto» sbarcherà sul mer- cato internazionale e pren- derà il nome di «GisMaker». Per Miduell Informatika un grande salto in avanti, per Minella l’occasione di qual- che considerazione in chiave bellunese, come la sua lunga esperienza professionale gli consente di svolgere. Dalla cartografia all’urbanistica, dalle reti infrastrutturali all’ambiente, dal turismo Bus, è guidata da Federico Mattioli, bolognese trapian- tato a Cortina, da sempre autista dei suoi pullman. Mattioli detiene l’85 per cento di Fly Bus Srl (l’altro 15 per cento è in capo a La Linea Spa) e il 22 per cento della stessa La Linea, di cui è amministratore delegato il socio (al 24 per cento) Massi- mo Fiorese e al cui capitale partecipa anche (con il 26 per

al geomarketing, per non parlare della formazione superiore, la sua “filosofia” aziendale lo porta a toccare tanti nervi scoperti. Prendiamo il turismo 2.0, quello che si presenta e si muove in Internet. «Al no- stro territorio», osserva l’in- gegner Minella, «manca un sistema collaudato, semplice ed efficace che raccolga tut- ti i dati turistici disponibili e li strutturi con tecnologie Gis per pubblicarli sul Web direttamente correlati con Google Earth. Verrebbe immediatamente meno la confusione indotta dai vari portali ora in uso. Questo è un “gap” penalizzante non solo in termini di immagi- ne, ma soprattutto perché fa perdere una fetta sempre più consistente di potenziali turisti». Dal turismo alla pubblica amministrazione anche lo- cento) Actv, l’azienda vene- ziana del trasporto pubblico locale. Con Dolomiti Bus sia Fly Bus sia La Linea hanno da tempo rapporti commerciali. Escluse alcune perplessità di parte sindacale, l’operazione condotta dal gruppo Mattioli sembra destinata a non ave- re particolari ripercussioni sull’andamento gestionale di Dolomiti Bus.

cale, ovvero l’«onnipresente» burocrazia. «A mio avviso», sostiene Minella, «c’è solo un modo per cambiare efficace- mente e velocemente la si- tuazione: l’informatizzazio- ne diffusa, in ogni ordine e grado. Nell’arco di un decen- nio, prenderebbe forma una “nuova” amministrazione pubblica, efficiente non solo per il risparmio che realiz- zerebbe ma soprattutto per la qualità dei servizi resi, ai cittadini e alle imprese, in una prospettiva di massima trasparenza». Minella è pronto a citare altri esempi dove la spinta delle tecnologie informatiche può tornare utile a tutti. La riflessione finale la riserva al mondo della formazione superiore: «Manca una ra- pida e qualificata formazio- ne che attivi un numero di operatori in grado di pa- droneggiare questi nuovi strumenti e sistemi. Oggi, il forte e rapido sviluppo nel settore dell’innovazione tecnologica impone, a chi lavora ed interagisce con il territorio, di essere profes- sionalmente aggiornato sia nelle conoscenze, sia nella pratica applicativa. Se non ci si adegua e con prontezza, c’è il rischio, quasi certo, di andare “fuori mercato” ed anche in tempi molto brevi». È l’analfabetismo di ritor- no che una comunità impe- gnata e coesa deve scongiu- rare con tutte le sue forze e la sua intelligenza. Maurizio Busatta

NELLA SETTIMANA

Dolomiti Bus, ai francesi subentra Mattioli

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L’Amico del Popolo Chiesa locale

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L’Amico del Popolo 2 GeNNAIO 2014 - N. 1

SAN DONATO DI LAMON - La Santa Messa con il Vescovo domenica 29 dicembre Tra gli emigranti un Venerabile Padre Romano Donato Bottegal era nato a San Donato il 28 dicembre 1921

Epifania del Signore La sorgente che disseta «Portarono in dono oro, incenso e mirra» (Mt 2,1-12)

Gli ultimi angeli - gli an- geli ragazzini e più curiosi - s’erano attardati sopra la capanna santa, i pastori stavano ritornando al greg- ge e Maria, insieme a Giu- seppe, rievocava il testo del «terzo» Isaia, che avevano sentito spiegare nella sina- goga di Nazareth: «Alzati, rivestiti di luce, perché vie- ne la tua luce…»: Sapran- no poi dai Magi che in quei giorni Gerusalemme sem- brava addormentata, in- differente di fronte alle lo- ro domande e niente affatto interessata dalle parole del profeta che aveva procla- mato: «Verranno a te i beni dei popoli, uno stuolo di cammelli ti invaderà, dro- medari di Madian e di Efa, tutti verranno portando oro e incenso e proclameranno le glorie del Signore». Umili com’erano e abi- tuati a sentirsi semplici popolani, non potevano immaginare che quelle parole si riferissero al pic- colino che essi stavano coc- colando. Quindi fu grande sorpresa quando i sapienti dell’oriente sostarono da- vanti alla loro casetta e accompagnarono con doni la gioia rispettosa nell’ave- re potuto baciare le manine del piccolo. I magi intravvidero il mistero quando l’angelo li invitò a ritornare in patria seguendo un diverso itine- rario. E forse capirono con stupore che il profeta si ri- feriva a loro per un espan- dersi inaspettato della luce che proveniva dalla fami- gliola che avevano miraco- losamente conosciuto. Ma giunti in patria dovettero anche constatare quello che aveva previsto il profe- ta: «Le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni…». Perché la tradizione, non sappiamo quanto davvero fondata, riferisce che molti dei loro colleghi accolsero con so- spetto il racconto; qualcu- no di essi venne addirittura perseguitato. Noi constatiamo che la storia continua e si ripete: è sufficiente occhieggiare nelle vetrine dei negozi, ve- dere come viene consumata la tredicesima e leggere la lista dei cenoni offerta dai ristoranti. Ma non voglia- mo guardare solo con l’oc- chio sinistro, perché tanti nuovi credenti accorrono e portano i loro doni per chi soffre, come avevano fatto i pastori di Betlemme. Per noi i giorni del Natale so- no tempo privilegiato di fraternità. eclissi a betlemme Correva l’anno 1747 e i francescani, da sempre custodi dei Luoghi Santi, avevano collocato una stel- la d’argento nel santuario della natività, nel posto dove si riteneva fosse collo- cata la santa mangiatoia, ma nel 1847 gli ortodossi la sottrassero e furono ne-

cessarie lunghe e pazienti trattative per riottenere la santa stella che ora i pelle- grini possono ancora vene- rare. Meschinerie, noi dicia- mo, ma il santo Bambino aveva già previsto tutto, gli eroismi come la penombra, perché sapeva di essere sce- so in un mondo intessuto di santità e di peccato e ave- va voluto sorridere a tutti, cominciando dai pastori che erano guardati con dif- fidenza dai «cittadini» di Betlemme. Egli poi sapeva cose ben più sconcertanti: la condot- ta scandalosa di vescovi e di papi del basso Medioevo, la lacerazione della Chiesa in più tronconi nemici, le in- terminabili guerre di reli- gione, fino al nostro mondo pagano che adora il dio-de- naro e il godere insaziabile. PRoFEZIE RISCOPERTE Stefano Bellan era un gio- vane di Casale Monferrato, che morì a 19 anni per una forma rarissima di tumo- re. In parrocchia animava l’oratorio e i canti. A Lou- rdes, dov’era in pellegrinag- gio insieme al padre, volle fare per due volte il bagno nell’acqua della piscina, e mentre lo rivestivano, disse: «Ora mi sento purificato». Gli amici e il medico era- no commossi e al papà che spingeva la carrozzella, disse sorridendo: «Papà ho in me tanta sofferenza, ma tanta gioia». A don Stefano, che accompagnava il pelle- grinaggio, disse: «Don, se guarisco voglio diventare un sacerdote». Si avvicina- va l’ora della partenza. Ave- va detto al papà: «La salute è cosa molto importante, ma per me c’è prima Dio. E io ci credo!». Poco prima della partenza vide un mendican- te. Fece fermare: «Digli che lo benedico e che voglio la sua benedizione». La sua biografia è narrata in un volumetto edito a Casale Monferrato nel 2009. Una storia tale, insieme a tante altre simili, fa con- statare che san Paolo aveva ragione quando parlava del «progetto segreto di Dio» che ai suoi giorni «è stato rive- lato ai santi apostoli e pro- feti di Dio», come si rivela in mille storie di fede e di amore dei nostri giorni. Ne aveva parlato anche il profeta Zaccaria, poco dopo la fine dell’esilio: «Dice il Si- gnore degli eserciti: «Anche popoli e abitanti di nume- rose città si raduneranno e si diranno l’un l’altro: Su, andiamo a supplicare il Si- gnore». C’è subito dopo, qualco- sa di drammatico: «In quei giorni, dieci uomini di tut- te le lingue delle genti, af- ferreranno un Giudeo per il lembo del mantello e gli diranno: Vogliamo venire con voi, perché abbiamo compreso che Dio è con voi» (8,20-22.23)». Venisse per tutti noi un’Epifania così missionaria! Giona

Lo striscione che dà il ben- venuto all’ingresso del pae- se, la foto di padre Romano che campeggia sulla parete della chiesa parrocchiale, il rinfresco dopo la Messa: la piccolissima parrocchia di San Donato di Lamon ha dato il meglio di sé dome- nica scorsa per accogliere il Vescovo che ha celebrato, in una chiesa piccola ma gre- mita, la Santa Messa con il Te Deum per padre Romano Bottegal, dichiarato vene- rabile dal Papa lo scorso 9 dicembre. «Nel 1946, quando don Ro- mano Bottegal, appena ordi- nato sacerdote, celebrò qui la prima Messa, San Dona- to aveva 900 abitanti. Come molti altri, padre Romano, che aveva qui radici robu- ste, mise le ali per andar- sene: ma ali straordinarie, che lo portarono a Roma e in Terrasanta; infine, come eremita in Libano» ha detto monsignor Andrich. Ha ri- cordato i rapporti con altre figure bellunesi in odore di

santità, cioè il Servo di Dio Albino Luciani e monsignor Antonio Slongo, oltre al be- ato Luigi Novarese, la cui santità è già stata ricono- le vocazioni, per i paesi di montagna afflitti dallo spo- polamento, per la solida- rietà con il Medio Oriente cristiano. G.B. SAN DONATO DI LAMON - Monsignor Giuseppe Andrich ha presieduto la Santa Messa. Suor Cecilia Zaffi: Un gigante con il cuore di fanciullo sciuta. Alla attenzione dei presenti, cogliendo sugge- stioni presenti nella vita di padre Romano, il Vescovo ha affidato la preghiera per

dell’uomo è nella comunione con Dio e con gli altri, tant’è che ci si personifica, si dà consistenza alla propria re- altà personale, nel rapporto con Lui, nella fede e nella preghiera, amando (cfr. No- te; ricordiamo le parole di san Paolo: «se non avessi la carità, non sono nulla» [cfr. 1 Cor 13,2]). Ebbene, riconoscere pa- dre Romano come Vene- rabile vuol dire un invito a scoprire la sua identità comunionale e la sua spi- ritualità profonda, misti- ca. Inoltre segna un passo avanti nel percorso verso la beatificazione che richiede anche l’accertamento di un miracolo operato da Dio per intercessione dell’eremita lamonese. Maria Cecilia Zaffi

MONTELOVESCO (Pg) - Suor Maria Cecilia Zaffi, autrice di uno studio su padre Romano, vive nell’eremo di Santa Maria nel Silenzio, in diocesi di Gubbio, dedicato all’eremita lamonese .

Con tutta la Chiesa e con tutti i monaci in particolare, anche noi, monache di santa Maria nel Silenzio (Monte- lovesco - Pg), abbiamo rice- vuto con gioia immensa la notizia che padre Romano Bottegal è divenuto «Vene- rabile» il 9 dicembre 2013, quando Papa Francesco ha autorizzato la Congregazio- ne delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto sulle «virtù eroiche» del Servo di Dio. uno stile di vita non autentico ma eroico Difatti, questa tappa si- gnifica che la vita di padre Romano è stata quella di una persona esemplare cri- stianamente parlando, che il suo modo di praticare il Vangelo è stato non solo au- tentico ma eroico, in quanto ha espresso una forza so- prannaturale che veniva da Dio e dalla sua grazia. Se ci accostiamo alla vita di fede, all’esperienza perso- nale e spirituale del Nostro monaco, rif lessa nei suoi Scritti e soprattutto nelle Note, ci troviamo dinanzi ad un gigante con cuore di

fanciullo: eccezionale e dif- ficilmente imitabile nella rinuncia e nel distacco, però piccolo, umilissimo, sempre colmo di fiducia e di delica- tezza, e con un grande amo- re per la Chiesa, che è la sua esistenza (cfr. Note). Per lui, «l’unione con Dio e con i fratelli» - si potrebbe dire l’essenza comunionale della Chiesa - è la «prima ed ultima intenzione divina», l’«ideale» che Dio prepara attuando gli altri misteri (Creazione, Rivelazione, Redenzione) e soprattutto nell’elezione del popolo ebreo e di Gerusalemme, riassun- ta in quella di Maria. è nel- la Serva del Signore, nella quale si personalizza il vero Israele, è nel suo amore che accoglie tutto l’Amore divi- no, che padre Romano ve- de l’inizio e la concretezza personale della Chiesa, un inizio che rimanda in avan- ti e produce la definitività del tutto: «ut omnes simus consummati in Amore Ma- tris» (Note; cfr. LG 62: «fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti»). Proprio nel suo rilievo del- la consummatio (sia qui che altrove), del nostro essere

resi perfetti da Dio, dal suo dono di Sé, della salvezza, ciò per cui l’eremita prega e si offre, egli sembra ri- cordarci che il compimento

Le radici a San Donato di una santità orientale

Padre Romano Bottegal è nato a San Donato di Lamon il 28 dicembre 1921; fu portato al fonte bat- tesimale tre giorni dopo, dove ricevette i nomi del padre, Romano, e del nonno, Donato. Fu battezza- to da don Giulio Strappazzon. Sacerdote, monaco cistercense ed eremita in Terrasanta, padre Ro- mano fu contemplativo per carattere e vocazione, tanto che i suoi biografi non dicono che fu «uomo di preghiera», ma che «si fece preghiera». Povero, non meno di Francesco d’Assisi e dei grandi asceti, mortificato, distaccato, giunse ad uno spogliamen- to tale da essere paragonato al Cristo «crocefisso, offerto nudo sofferente e solo», per la salvezza del mondo. Definì la contemplazione come «vita in Dio nella gioia e nella sofferenza indicibile». Morì all’ospedale il 19 febbraio 1978. La pietà e la stima dei libanesi per il loro eremita portò clero e popolo a deporre le sue spoglie mortali nella Cat- tedrale di Baalbeck, diocesi in cui si visita tuttora l’eremo in cui il padre visse negli ultimi anni della sua vita: è a Jabbouleh, nel nord della valle della Beqaa.

Chiesa locale

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L’Amico del Popolo 2 GENNAIO 2014 - N. 1

VALLESELLA - Un incontro del Gruppo famiglie domenica 22 dicembre Con il Papa verso il Sinodo per le famiglie L’obiettivo dell’amore per sempre e la pastorale della misericordia

Attività diocesane Diario del Vescovo VENERDÌ 3: Udienze in vescovado a Belluno (dalle ore 9 alle ore 11). LUNEDÌ 6: Santa Messa nella solennità dell’Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo (Belluno Cattedrale ore 18,30) Dal 7 all’8 gennaio partecipa alla due giorni di ag- giornamento organizzato dalla Conferenza episcopale triveneta a Zelarino. SABATO 11: Cresime per giovani e adulti (Battistero della Cattedrale, ore 10,30) Nei prossimi due mesi inizieranno i seguenti itinerari: 8 gennaio ore 20.15 a Santa Giustina (sala «Bertazzolo»). Informazioni e iscrizioni allo 0437.858125. 11 gennaio ore 20.30, a Belluno (Casa della dottrina della parrocchia di Cusighe). Informazioni e iscrizioni ai numeri 0437 30046, cellulare 333.10.41.598. 23 gennaio ore 20.30 a Sedico (Casa «Giovanni Conz»). Iscrizioni e informazioni allo 0437.852027. 24 gennaio ore 20.15 a Farra d’Alpago (sala parrocchia- le). Informazioni e iscrizioni presso i parroci della zona oppure allo 0437.478009. 14 febbraio ore 20.30 a Santo Stefano di Cadore (sala del- la canonica). Informazioni e iscrizioni allo 0435.62265. 18 febbraio ore 20.30, a Cortina (sala della canonica). Informazioni e iscrizioni allo 0436.5747. 23 febbraio ore 20.30, nell’ Agordino (sede da definire). Informazioni e iscrizioni presso i parroci della zona o allo 0437.62143. Comunità ucraina Celebrazioni natalizie Padre Yuriy Khodan, cappellano della comunità ucrai- na di Belluno-Feltre (cattolica di rito bizantino) invita alle celebrazioni natalizie (che sono posticipate rispetto a quelle occidentali, perché il rito bizantino segue il calendario giuliano). A Belluno, il Natale sarà celebrato in tre giorni diversi, per dare a tutti gli immigrati ucraini la possibilità di partecipare: il 4 gennaio alle 11, il 5 gennaio pure alle 11, il 6 gennaio alle 14. La Santa Messa di Natale sarà in due lingue: ucraino e italiano. Tutte le celebrazioni saranno nella cappella «San Martino» del Centro dio- cesano «Giovanni XXIII». A Feltre, nel Battistero della Concattedrale, il Natale sarà celebrato martedì 7 gennaio alle 14. La solennità dell’Epifania, invece, sarà celebrata a Belluno il 18 e il 19 gennaio, con due celebrazioni alle 11 del mattino presso il Centro «Giovanni XXII»; a Feltre, due celebrazioni, il 14 e il 21 gennaio alle 14.30, sempre nel Battistero del Duomo. Mercoledì 8 gennaio alle 9 , presso il Seminario vesco- vile di Feltre inizia il secondo periodo della Scuola di formazione teologica promossa dal centro di cultura religiosa San Prosdocimo. Il programma prevede un corso di P. Lino Chinello sull’umanità di Cristo secondo i Vangeli completato da quello della professoressa Iva- na Faramondi sul Gesù ebreo. Monsignor Lino Mottes tratterà alcune questioni di storia della chiesa legate anche all’attualità (monachesimo, gesuiti, monsignor Giulio Gaio e il vescovo Gioacchino Muccin), mentre il direttore monsignor Sergio Dalla Rosa svilupperà i temi del Concilio. Santuario dei santi martiri In suffragio di don Giulio Gaio Lunedì 6 gennaio , solennnità dell’Epifania, alle 15 , presso il santuario diocesano dei santi martiri Vittore e Corona di Anzù di Feltre, sarà celebrata la consueta santa messa di suffragio per monsignor Giulio Gaio (di cui ricorre il ventiduesimo anniversario della morte il 7 gennaio) e per tutti i benefattori defunti. Sono invitati in modo particolare gli aderenti all’Azione cattolica che hanno avuto don Giulio come assistente per 50 anni. Scuola di formazione teologica «San Prosdocimo» Itinerari di preparazione al matrimonio

Domenica 22 dicembre, nella saletta della canonica di Vallesella si è riunito il Gruppo locale delle Fami- glie, con la presenza degli animatori del Corso pre- matrimoniale del Cadore, guidato da don Francesco Silvestri, e alcune altre persone, per cercare di ri- flettere sul questionario che papa Francesco ha indiriz- zato alle diocesi del mondo in vista del doppio sinodo che ha indetto nei prossimi due anni per riconsiderare la pastorale della Chiesa sulla famiglia. La decisione del Papa rappresenta un’au- tentica novità in una dop- pia direzione: innanzitutto non era mai capitato, nella storia della Chiesa, che si sentisse la necessità di con- vocare due sinodi, a così bre- ve distanza l’uno dall’altro e sullo stesso tema. Inoltre l’argomento posto al centro dell’attenzione della Chiesa, questa volta, è la famiglia, la realtà fondamentale e in- dispensabile per la vita dei singoli, della società e della Chiesa. In un periodo stori- co pervaso da ansie e insicu- rezze, in cui sembra inevi- tabile che anche le relazioni forti, gli affetti che contano e i rapporti che costituisco- no futuro siano destinati a liquefarsi secondo la logica della precarietà e dell’usa e getta, il Papa invita gli spo- si e le famiglie a rendere testimonianza della «bella notizia» dell’amore nella sua espressione matrimoniale e familiare. Contemporanea- mente è la Chiesa tutta che deve ripensare la sua pa- storale familiare, nel segno della misericordia, in modo che sia più comprensibile e aperta alle esigenze reali di ogni famiglia. La speranza sottesa a questa iniziativa è di arrivare a far comprende- re al maggior numero di per- sone e di famiglie possibile che promettersi un amore che sia «per sempre» è pos- sibile quando si scopre un disegno più grande dei pro- pri progetti, capace di soste- nerci nel desiderio di donare l’intero futuro alla persona

VALLESELLA - Il gruppo delle famiglie con don Francesco Silvestri.

amata. La fede, infatti, am- plia gli orizzonti della vita, fa scoprire l’amore come vo- cazione e assicura che que- sto amore è affidabile, che vale la pena di consegnarsi a esso, perché il suo fonda- mento si trova nella fedeltà di Dio, che è più forte di ogni nostra fragilità. Questo è stato, a grandi li- nee, l’orizzonte antropologi- co e culturale dentro il quale è stato tracciato il questio- nario che il papa ha rivolto a tutte le diocesi e che do- menica sera, con la presen- za e la guida della coppia responsabile della pastora- le Familiare della diocesi: Ezio e Margherita Buset- to, il Gruppo di famiglie di Domegge, con il contributo delle altre persone presenti, ha cercato di comprendere e di trasformare in suggeri- menti e considerazioni che riflettono la realtà vissuta dalle famiglie di questo ter- ritorio. Particolare attenzione è stata posta al fenomeno or- mai universale delle convi- venze e delle unioni di fatto che non presentano legami ufficiali, né religiosi, né civili, nella prospettiva di una loro valorizzazione in

prospettiva sacramentale. Si è poi evidenziata la neces- sità di comprendere meglio e in maniera più motivata la dimensione sacramentale del matrimonio per poterla

apprezzare e testimoniare. Una serata molto partecipa- ta e coinvolgente che lascia ben sperare anche per gli sviluppi del sinodo. Marco De March

L’Epifania del Signore

Il Tempo di Natale come lo propone il calendario della Chiesa cattolica romana, il nostro calendario, presenta nella seconda parte come centrale la solennità dell’E- pifania. Nell’anno in corso preceduto dalla domenica seconda dopo Natale. Que- sto periodo dell’Anno Li- turgico si concluderà con la domenica del Battesimo Signore. Origine della Festa La celebrazione dell’Epi- fania, strettamente legata al Natale è nata in Oriente ed è anteriore alla solennità del Natale. Epifania, è noto, significa nel termine greco «manife- stazione», «apparizione o intervento prodigioso della divinità».

Con questo termine, Epi- fania, in Oriente veniva chiamata la Festa del Na- tale, intendendo la sua ap- parizione nella carne. La data del 6 gennaio, giorno fisso della celebra- zione, è frutto dello stesso percorso che ha portato a indicare la data del Nata- le il 25 dicembre. Si tratta della sostituzione delle feste pagane del solstizio inverna- le che si celebravano anche in oriente. Il 25 dicembre il solstizio, il 6 gennaio l’au- mento della luce. Celebran- do il Natale del Signore il 6 gennaio in Oriente si voleva dimostrare che Gesù era «la luce vera». Per le Chiese occidentali che hanno accettato dall’O- riente la Festa dell’Epifania si è realizzata una distin- zione. Il Natale celebra la Nascita di Gesù, l’Epifania la sua «manifestazione» ai Magi. l’annuncio delle feste Il giorno dell’Epifania si annunciano, dopo la lettura del Vangelo, le date delle ce- lebrazioni che ricorreranno nell’anno iniziato. Queste date hanno un preciso signi- ficato legato alla Pasqua. La pienezza della manifestazio- ne di Dio e della salvezza da lui donata in Cristo ai sin- goli e a tutta l’umanità si avrà negli eventi pasquali. L’annuncio delle date delle celebrazione dei Misteri del- la salvezza sono un richiamo alla attualità di un dono (ce- lebrato nell’ Anno liturgico), della presenza-accoglienza (di Gesù Cristo Messia) che sono per tutti. G.F.

azionE cattolica

in preparazione all’immacolata

Gruppo di preghiera «Padre Pio» Il gruppo di preghiera padre Pio di Belluno si riunisce sabato 4 gennaio alle ore 15 presso l’istituto «Agosti» per la preghiera mensile. L’incontro è aperto a tutti.

SANTA GIUSTINA - L’Azione cattolica di Belluno-Feltre ha organizzato per la vigilia dell’Imma- colata una serata dal titolo «La bellezza salverà il mondo». Il Coro femminile «Col di Lana» di Pieve di Livinallongo, diretto da Anna Devich ha proposto il suo repertorio dedicato alla bel- lezza del creato, inframmezzato da canti e preghiere. Nella foto, l’assistente unitario di Ac, don Christian Mosca, tiene il suo intervento. (Foto Paly Decima)

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