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L’Amico del Popolo 2 GeNNAIO 2014 - N. 1

Longaronese e Zoldo

ZOLDO - Il blackout inizia il giorno di Santo Stefano Quattro giorni al freddo per abitanti e turisti L’elettricità sembra tornare al mattino del 28, alla sera un nuovo guasto

longarONE CASTELLAVAZZO verso il voto C’è il vademecum per la fusione dei Comuni

È iniziato così, come ogni inverno quando cade neve abbondante e viene tolta per mezza giornata l’elettricità. Nella mattina del 26 dicembre alcuni vengo- no subito rassicurati: c’è un guasto sulla li- nea dovuto al maltem- po ma la luce tornerà probabilmente entro le 14. Il danno invece è molto più consistente del previsto e a Santo

risolva. L’irritazione generale cresce, sia per gli abitanti, alcuni rimasti senza acqua calda e senza riscal- damento, che per gli operatori turistici, presi dall’emergenza in piena alta stagione, che per gli ospiti della valle. Alcuni di loro cercano di arrangiar- si e di essere pazienti, come una famiglia di turisti che racconta di

una luce, quella della speranza, che tutto ritorni alla normalità in breve tempo. Speranza stroncata la sera del 28 dicembre, quando si ripresenta un nuovo guasto: «Dalla prefettura segna- lano un nuovo guasto sulla linea che copre Dont, Villa, Foppa e tutta Zoldo alta non ancora individuato. Potrebbe protrarsi fino a domani», scrive su un social network il sindaco di Forno di Zoldo, Camillo De Pellegrin. Black-out sulle piste in notturna e conseguente stato di disagio. Gli operai Enel man- tengono la parola data e domenica 29 il servizio sembra tornare praticamente in tutta la val di Zoldo. La tensione inizia a scemare, ma la perdita eco- nomica è ancora incalcolabile. Secondo De Pellegrin una serie di fattori sta alla base del black-out di questi giorni: «la responsabilità sta senz’altro in una generale mancata manutenzione, an- che da parte dei privati. La cura delle piante nei punti dove passano i cavi è stata troppo trascurata. Inoltre sarà necessario in futuro avere un piano di emergenza per queste situazioni, in modo tale che simili disagi non si ripetano di nuovo». Silvia De Fanti

De Pellegrin: «La responsabilità sta senz’altro in una generale mancata manutenzione, anche da parte dei privati»

Stefano la val di Zoldo rimane al buio tutto il pomeriggio e la notte seguente. Chiusi gli impianti sciistici di Pecol, anche a causa della caduta di alberi e di detriti sulle piste. La mattina di venerdì 27, smettono di funzionare i telefoni fissi e la telefonia mobile, solo più tardi due operatori (Tim e Wind) ripristinano il segnale. Verso le ore 15 ritorna l’elettricità a Forno, nel Comu- ne di Zoldo Alto si pensa di attivare un gruppo elettrogeno di emergenza per consentire entro sera, almeno ai paesi, di riprendersi, in attesa che tutto si

aver scaldato il pranzo sul caminetto, molti altri decidono di andarsene, so- prattutto chi, dove alloggia, può usu- fruire solo di una rete di riscaldamen- to collegata a quella elettrica. Pecol e dintorni si sveglia nella giornata del 28 dicembre con la corrente nuova- mente in funzione, alcune zone (come la frazione di Goima a esempio) do- vranno aspettare il giorno successivo. Le piste di Zoldo Alto, tra le principali attrazioni della valle, sembra possano finalmente riaprire l’attività in ma- niera definitiva. Nella valle si accende

CASTELLAVAZZO - Il primo incontro con la popolazione, sa- bato 21 dicembre nel parco tecnologico di Roa. Il prossimo a Codissago, il 10 gennaio.

In questi giorni le am- ministrazioni comunali di Longarone e Castellavazzo stanno consegnando alla cittadinanza un breve va- demecum contenente diver- se informazioni utili sulla fusione dei due comuni, con alcuni primi dati di interes- se. Questo documento, che sarà integrato e perfeziona- to nelle prossime settimane seguendo anche le indicazio- ni della popolazione stessa, ha come introduzione una breve storia delle due co- munità che vuole dimostra- re come il legame tra i due paesi abbia radici secolari cementate negli anni e oggi ben evidenti per esempio con la condivisione di diverse as- sociazioni e servizi pubblici. La legge regionale fissa già alcuni punti fissi come il nome e la sede municipale che sarà Longarone men- tre lo stemma sarà quello di Castellavazzo. Gli uffici comunali saranno raziona-

lizzati ma a Castellavazzo rimarranno alcuni sportelli ovvero, se verrà rispettata l’indicazione dell’ammini- strazione, l’anagrafe e l’uf- ficio tecnico. La comunità di Castellavazzo nominerà poi un comitato frazionale con funzioni consultive che avrà un presidente eletto per garantire la parteci- pazione e il decentramento amministrativo. I residen- ti del nuovo ente saranno 5585 (i 3788 di Longarone e i 1607 di Castellavazzo) e di- venterà quindi uno dei dieci più popolosi della provincia con un consiglio comunale che sarà composto da 10 consiglieri e 4 assessori ol- tre che il sindaco. Con una popolazione di più di 5000 abitanti inoltre si potrà deci- dere di non fare parte della nuova Unione Montana che avrà in gestione molte fun- zioni dei vari comuni che ne faranno parte. Ci sono poi altre curiosità come la questione dei documenti. In questo caso il Ministero dell’Interno provvederà ad inviare a tutti i cittadini di Castellavazzo degli specifici tagliandi da applicare alle carte di circolazione e alle patenti. Le carte di identi- tà invece saranno sostitute alla loro naturale scadenza. Per quanto riguarda gli in- dirizzi, con il rischio di ave- re vie dalle denominazioni uguali, il problema non do- vrebbe invece sussistere in quanto è possibile avere più di un Cap all’interno dello stesso comune come nel caso di Polpet e Ponte nelle Alpi. Infine la sanità e la scuola: i servizi sono già di fatto uni- ficati con l’Utap e l’istituto comprensivo e dunque non dovrebbero esserci grossi cambiamenti. Tra i vantag- gi che vengono indicati spic- cano soprattputto le ragioni economiche con il risparmio dovuto alla riduzione dei co- sti e le maggiori entrate da parte dello Stato nei primi anni come incentivo alla fusione mentre tra gli svan- taggi sono indicati gli aspet- ti identitari e di perdita del contatto diretto con il terri- torio a Castellavazzo. Nelle prossime settimane, in vista dei nuovi incontri pubblici e del referendum di domenica 9 febbraio, si vedrà se i citta- dini saranno effettivamente convinti o meno a fare que- sto passo epocale. Enrico De Col

FUSINe IL CONVEGNO SABATO 4 GENNAIO ALLE 16.30 Da un solo maso tutte le famiglie Dal Mas Dal Mas dei Sabe diffusi a Zoldo, Belluno e Venezia

Si tiene sabato 4 gennaio nella sala polifunzionale di Fusine il convegno «Archi- tettura e paesaggio in val di Zoldo. Il Mas de Sabe: dal passato un’opportunità per il futuro». Il convegno, promosso dal- la fondazione Angelini con

il Comune di Zoldo Alto, offre un’importante occa- sione di confronto sui temi del recupero dell’architettu- ra tradizionale alpina e di ciò che rappresenta per le comunità locali, per la va- lorizzazione degli elementi culturali di maggior pregio del territorio. Infatti è pro- prio nell’architettura tradi- zionale alpina che sono an- cora riconoscibili la storia e la cultura materiale di una comunità, fonte non scritta per la ricostruzione storica di un passato e di un terri- torio. Pietra su pietra, legno su legno e su questi materiali sono incise le storie, i nomi, le famiglie e la loro cultura fatta di sapienza costruttiva e conoscenza ereditata, un passato che oggi si ripro- pone di rileggere nelle sue componenti culturali, sociali e paesaggistiche, immagi- nando come queste possano ancora esercitare un ruolo trainante per il territorio. Il Mas De Sabe ci viene «consegnato» dal passato in tutta la sua autenticità architettonica, all’interno di un frammento paesag- gistico di rara bellezza ed equilibrio figurativo, oltre a essere punto di riferimento e risorsa identitaria per l’in- tera comunità locale. È su queste premesse che andranno a collocarsi idee e proposte con l’intento di far «rivivere» edificio e luo- go all’interno di una visione complessiva sulla valoriz- zazione della valle, in modo da privilegiare un approccio integrato di fruizione turi- stica e culturale. Questi temi verranno di- battuti e discussi con la po- polazione e con i proprietari

il 4 gennaio alle 16.30 pres- so la sala conferenze del Co- mune di Zoldo Alto, assieme a studiosi di cultura locale, architetti, amministratori e istituzioni. «L’iniziativa- scrive Ester Cason Angeli- ni - è modello di recupero di antichi manufatti carichi di

storia, a scopi culturali se- condo la logica di Dolomiti Unesco, che ha dato il patro- cinio. è un maso particolare da cui probabilmente deri- vano tutti i ceppi Dal Mas sparsi a Venezia (pasticce- ria, macelleria...) in Zoldo, Belluno e altrove».

rivalta

nella chiesa di san francesco

FORNO DI ZOLDO Laurea

Nel presepio elettronico animato c’è anche la piazza della vecchia Longarone

Il centro della vecchia Longarone ricostruito con grande fedeltà in un mo- dellino inaugurato lo scorso 20 dicembre come novità 2013 del presepio animato elettronico di Rivalta. Oltre al consueto allestimento infatti quest’anno è stata costruita un’intera nuova zona frutto di mesi di lavoro di analisi di oltre 2000 foto e video d’epoca per raggiun- gere l’obiettivo di riprodurre nel modo più realistico pos- sibile una parte del paese di- strutto dall’onda del Vajont. Si nota in primis la chiesa di San Cristoforo sulle cui fondamenta sorge l’attuale chiesa. Poi la grande piaz- za circostante con il busto dell’eroe longaronese del risorgimento Jacopo Tasso che si trova oggi nell’omoni- ma piazza. Poi c’è il Caffè centrale con un manifesto della prima edizione della Mig del 1959 sulla facciata e il bar del paese, oltre che i lampioni e la varie case del centro dislocate in maniera molto precisa (anche se nei vari decenni hanno subito

Marco Panciera.

Presso la facoltà di in- gegneria dell’università degli studi di Ferrara, il 17 dicembre si è brillan- temente laureato in inge- gneria meccanica Marco Panciera discutendo la tesi «Progettazione di un layout produttivo per la realizzazione di cusci- netti pompa acqua per motori a combustione in- terna». Relatore il profes- sor Andrea Chiarini. Al neodottore le congratu- lazioni di mamma, papà, zii, cugini ed amici tutti.

RIVALTA - Il plastico della vecchia Longarone.

delle variazioni edilizie) tanto che i numerosi super- stiti presenti alla cerimonia inaugurale hanno potuto ri- conoscere i vari luoghi della loro giovinezza e individua- re con precisione coloro che vi abitavano. Infine sullo sfondo ci sono i murazzi, de- gli appezzamenti terrieri co- struiti nel 1800 e scampati dall’onda distruttrice. Di re- cente hanno ripreso la loro antica funzione di orti con la concessione pubblica di col- tivazione da parte dell’am-

ministrazione comunale a chi ne faccia richiesta. Si notano sulla sinistra anche altri murazzi che già 50 an- ni fa erano in disuso e oggi sono quasi completamente invasi dalla boscaglia. Il presepio e il modellino si trovano nella chiesa di San Francesco a Rivalta e sono opera del gruppo Rivalta Presepi. Sono visitabili tutti i giorni dalle 15 alle 18 fino al 6 gennaio e poi le restanti domeniche di gennaio. E.D.C.

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