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In provincia e nel mondo

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L’Amico del Popolo 2 gennaio 2014 - N. 1

camera di commercio - Il punto sul 2013 del presidente Luigi Curto Cupo il quadro dell’economia provinciale Il manifatturiero arresta la caduta, ma è ancora prematuro parlare di ripresa

Non indica la strada la percorre

Il 12 marzo cade l’anniversario della morte di don Orione. Non conoscevo, se non di nome, questo gigante della carità del XX secolo, fino a quando è stato pro- clamato Santo. Del resto tali proclamazioni servono proprio a mettere sul candelabro delle figure poco note, forse anche discusse – don Orione nella cari- tà era esagerato – affinché diventino modelli di vita cristiana. Forse per questo faccio fatica a capire che si proclamino santi i papi che la Provvidenza stessa, mentre erano in questa vita, ha già collocato nel punto più in vista nella Chiesa e anche nel mondo. Dopo l’incontro con san Luigi Orione, il 12 marzo è diventato un giorno un po’ speciale. Nel 2013 quella data è stata molto importante. Iniziava un conclave atteso e un po’ strano, dato che il Papa precedente non era morto, ma aveva rinunciato al ministero di Pietro. Immagino che don Orione quel giorno sia stato molto occupato a intercedere per il nuovo Papa. Lui aveva amato molto l’America Latina e l’Argentina in modo particolare. Dopo alcuni anni di permanenza in quel lontano paese, dove erano arrivati tanti italiani, i suoi collaboratori lo forzarono a ritornare in Italia dove – dicevano – le molte opere che aveva avviato erano in difficoltà a causa della lontananza del fondatore. Fosse stato per lui, sarebbe rimasto in Argentina. è lecito sospettare che proprio Orione abbia messo una parola presso lo Spirito Santo in favore dell’arcivesco- vo di Buenos Aires. Così il giorno dopo, 13 marzo, il cardinale Bergoglio divenne papa Francesco. Se l’im- maginazione si avvicina un po’ alla realtà, bisognerà dire che don Orione ha fatto un altro dei colpi di cui era maestro, sorprendendo tutti. La novità è stata grande e i nove mesi trascorsi da allora hanno fatto aumentare la consapevolezza di quale grazia la Chiesa abbia ricevuto tramite France- sco. Nel Te Deum di fine 2013 in tutte le chiese viene pronunciato un ‘grazie’ convinto per quanto è accaduto nell’anno che si chiude. Nei riguardi di papa Francesco si parla ormai di un fenomeno. Ma qual è? Il suo modo di vivere e presenta- re la fede sorprende. Non enuncia grandi verità e non proclama alti principi morali: li vive con semplicità, radicalità e libertà. Egli dice: «Con normalità». Non esorta al silenzio e alla preghiera a cui evidentemente tiene tantissimo; li propone a coloro che lo avvicinano, a cominciare dalla prima preghiera silenziosa che ha chiesto la sera di quel 13 marzo, quando si è presen- tato al balcone, vestito di bianco. Non predica la so- lidarietà, ma la vive nella concretezza, con coerenza che può sconcertare. Parla chiaro a tutti, ma senza accusare. Non tesse l’elogio dell’amore, ma ama, aldilà delle forme alle quali siamo abituati. Non indica la strada, la percorre. E così pone a tutti noi credenti il bisogno di una scelta: vogliamo veramente seguire il pastore, anche su strade nuove, o ci accontentiamo dell’applauso che ci lascia dove ci troviamo? è evidente a tutti che Bergoglio ha sgretolato in alcuni mesi molti dei pregiudizi che pesavano sulla Chiesa. L’anno scorso, a questa stessa ora, tanti parlavano e scrivevano della crisi, della stanchezza, degli scandali della Chiesa; oggi parlano e scrivono di quanto il Papa fa e dice. Sorprende che ci sia un uomo che porta gioia solo al vederlo e ascoltarne la voce. C’è tra noi chi sente l’obbligo di invitare alla pruden- za. Ci dicono: «L’entusiasmo è grande, ma non dura! Meglio non farsi illusioni». Credo che si tratti di un grande errore nel quale potremmo cadere in tanti. C’è il rischio di minimizzare la novità di Francesco; di non vedere che il Vangelo ha incominciato una nuova corsa attraverso il mondo e di rimanere ai margini, in attesa che le cose siano più chiare, che arrivino le riforme promesse, che si vedano i frutti, che si mani- festino le prevedibili opposizioni. Mettendo nel conto qualche mossa sbagliata che evidentemente non fa paura e non ferma quest’ uomo che continua a definirsi sinceramente: io sono un peccatore, al quale Dio ha guardato ‘misericordiando’. Nel Te Deum canto il ‘grazie’ convinto per il dono di Francesco e subito dopo sono obbligato a chiedermi: «Io, proprio io personalmente, in che cosa devo cam- biare?» Prima di elaborare una risposta pensata sento una spinta che suggerisce imperiosamente: «Molto! Devi cambiare molto». Allora anche quelle famose scarpe nere che portano il segno di tante riparazioni fanno sentire strette le mie scarpe probabilmente più intonate al gusto della moda. Il suo deciso rifiuto a farsi servire, la libertà davanti ai protocolli, il non dare ascolto, pur rispet- tosamente e con il sorriso sulle labbra, a chi dice che si è sempre fatto così, il voler vivere in mezzo agli altri, la semplicità bonaria che lascia trasparire una buona dose di furbizia, tutte queste cose ci costringono a riscoprire l’essenziale, quello che conta, quello che serve veramente alla causa del Vangelo. E a lasciar cadere quello che non serve più e che ci appesantisce. Rivedo la faccia di don Orione incorniciata da orecchie sproporzionate, con due grandi occhi, il sorriso peren- ne e, quello sì, proprio furbo, il profilo che annuncia una volontà di ferro e mi pare che dica: «Io lo sapevo. Conosco bene l’America Latina e sapevo chi vi arrivava da laggiù. Adesso però svegliatevi voi». Luigi DEl Favero

«Il quadro dell’economia provinciale appare nel com- plesso piuttosto cupo», paro- la di Luigi Curto, presidente della Camera di commercio di Belluno che a fine anno ha reso pubbliche le prime valutazioni sull’andamento del 2013. «Se è vero che nel manifatturiero si registra la fine della caduta - ha fatto presente Curto - è parimenti chiaro che l’analisi dei dati in serie storica e l’incertezza del contesto economico generale rendono ancora prematuro parlare di ripresa. Insomma, la luce in fondo al tunnel si stenta a vederla, anche in considerazione del fatto che a settembre si è verificato un leggero rallentamento ri- spetto ai periodi precedenti. Si aggiunga che altri settori, come l’edilizia e il commercio, soffrono per il drastico ridi- mensionamento dei consumi interni oltre che per una certa difficoltà nell’innovare la pro- pria offerta, mentre i numeri del turismo sono poco soddi- sfacenti». «Balza del resto agli occhi- continua Curto - come il ma- lessere sociale ed economico sia alquanto diffuso... La crisi ha portato a un impoverimen- to generale della provincia e a un proliferare di situazio- ni di difficoltà e di disagio... Unioncamere ha evidenziato come dal 2006 al 2010 ci sia stata una sostanziale tenuta del reddito provinciale delle famiglie consumatrici, ma con un calo di circa mille eu- ro dal 2008 al 2010 (da 19.253 a 18.360 euro), mentre nello stesso periodo l’arretramen- to dei consumi finali interni non alimentari è stato di qua- si 2mila euro (da 17.691 nel 2008 a 15.745 euro nel 2010)... E’ oltremodo probabile sup- porre che dal 2010 a oggi la situazione sia notevolmente peggiorata, tenuto conto che le famiglie hanno già forte- mente intaccato i loro rispar- mi per far fronte alla seconda ondata di recessione». imprese Al 30 novembre 2013 il Re- gistro delle imprese della Ca- mera di commercio di Belluno è sceso da 15.144 a 14.932, cioè oggi conta 212 unità in meno rispetto a novembre 2012, con una diminuzione dell’1,4%. Il ridimensionamento interes- sa soprattutto l’edilizia (meno 91 imprese, pari a -3,3% del totale), l’agricoltura (scesa del 3,2% e di 64 imprese) e il ma- nifatturiero, con 50 imprese (-2,6%). Il saldo tra iscrizioni e cancellazioni gennaio-novem- bre è risultato negativo per le ditte individuali (-158 unità) e per le società di persone (-42) e positivo per società di capi- tale (+33). Più consistente, in termini percentuali, è stato il calo delle imprese artigiane attive: al 30 settembre 2013 erano 5.292, -2,8% rispetto a Nel periodo gennaio-no- vembre 2013 si è registrata una variazione assoluta ne- gativa (-74 unità) delle impre- se agricole attive: a fronte di 105 nuove imprese, le cessa- zioni sono state 169. In corso d’anno la remunerazione del 12 mesi prima. agricoltura

commercio Dopo cinque trimestri ca- ratterizzati dal segno meno, il terzo del 2013 ha chiuso con un leggero aumento delle ven- dite, ma con ordini a fornitori e prezzi di vendita in calo. La variazione trimestrale del vo- lume di affari si è rivelata al di sotto della media regionale, ma in ripresa di oltre 4 punti percentuali rispetto al secon- do trimestre. Il dato medio è la sintesi di andamenti diffe- renti, che vede in difficoltà il reparto non alimentare (ma nel terzo trimestre dell’anno anche quello alimentare) e la piccola/media distribu- zione, mentre ipermercati, supermercati e grande di- stribuzione evidenziano per- formances positive. Le attese degli imprenditori formulate a settembre per gli ultimi tre mesi dell’anno indicano un certo miglioramento, anche nel comparto non alimentare. turismo Il turismo bellunese, no- nostante il processo di in- ternazionalizzazione che ha caratterizzato gli ultimi anni, è ancora prevalentemente ita- liano e veneto in particolare; questo aspetto ha penalizzato le strutture ricettive che han- no dovuto fare i conti con la seconda ondata della crisi eco- nomica che ha minato ancor di più le possibilità di spesa dei connazionali. I risultati in termini di arrivi e presenze sono stati negativi per gran parte dell’anno con la sola ec- cezione di marzo e settembre. Si è avuta una migliore tenu- ta della compagine straniera. Il comparto complementare è apparso in sofferenza, con la sola eccezione dell’agritu- rismo, mentre l’alberghiero, nonostante grosse difficoltà, ha tenuto un pochino meglio, soprattutto nelle categorie L’interscambio commercia- le bellunese ha evidenziato un andamento antitetico nei primi 9 mesi dell’anno con un aumento del 2,5% delle espor- tazioni e una diminuzione dell’8,5% delle importazio- ni. Tra i principali prodotti esportati, l’occhialeria tiene il passo con un incremento del 5,2%, mentre i macchinari lasciano sul terreno un -10%. Crollano gli scambi con la Cina, mentre si rafforzano quelli intracomunitari. Tra le destinazioni spiccano per la dinamica i rapporti con Brasi- le, Emirati Arabi, Hong Kong. lavoro I dati di Veneto Lavoro re- lativi alle assunzioni e alle cessazioni per la provincia di Belluno nei primi 9 mesi dell’anno indicano assunzioni in aumento rispetto all’ana- logo periodo del 2012 nel pri- mo e secondo trimestre, ma in calo nel terzo, a fronte di cessazioni sempre in aumen- to. La sintesi di queste movi- mentazioni ha dato dei saldi positivi nel primo e secondo trimestre, negativi nel terzo, dando prova di un peggiora- mento della situazione del mercato del lavoro. superiori. export

BELLUNO - L’intervento del presidente della Camera di com- mercio di Belluno, Luigi Curto (secondo da destra).

latte ai produttori si è sem- pre mantenuta su buoni li- velli favorendo anche i piccoli produttori. In calo di oltre il 30% la produzione del mais e del foraggio, mentre risulta in ascesa la produzione viti- vinicola. manifatturiero Dopo un 2012 all’insegna del meno, i primi tre trime- stri del 2013 hanno chiuso con valori positivi per tutti gli indicatori e generalmente superiori alla media regiona- le, ma i dati di settembre sono leggermente inferiori a quelli dei due trimestri precedenti. È quanto emerge dall’indagi- ne VenetoCongiuntura tra le aziende del manifatturiero con almeno due addetti svolta da Unioncamere del Veneto. La novità è che le imprese con un numero di addetti tra 2 e 9 a settembre hanno finalmen- te registrato una crescita per tutte le variabili, dimostran- do, limitatamente all’ultimo trimestre, una performance migliore delle altre, dopo una serie di segni meno che hanno avuto inizio nel quarto trime- stre 2011. artigianato Il 2013 si è rivelato un anno molto amaro per l’artigianato bellunese, sceso in termini di aziende, fino alla rilevazione di settembre, del 2,8%, anche se le imprese femminili sem- brano aver retto meglio alla crisi, accusando un calo più contenuto (-1,1%). La recessio- ne ha interessato un po’ tutti i settori, anche se edilizia e manifatturiero sembrano ri- sentire la crisi molto di più dei servizi, che hanno saputo riorganizzarsi meglio. Più in generale solo le imprese voca-

te all’export hanno ottenuto risultati apprezzabili, men- tre quelle del mercato inter- no hanno scontato la crisi dei consumi, tirando a campare. Problematica anche la situa- zione dei trasporti. L’occupa- zione è il tallone di Achille del comparto: nel primo semestre - secondo i dati di Confarti- gianato - ha subìto un calo del 4,1%, mentre, a sottolineare l’acuirsi della già problema- tica congiuntura provvedono altresì la riduzione degli in- vestimenti e dei fidi a breve segnalata per i primi 9 mesi dell’anno da Confidi. edilizia Nell’ambito dell’indagine VenetoCongiuntura per le costruzioni, dal 2011 fino al terzo trimestre di quest’an- no è stato un susseguirsi di segni meno, a testimonianza delle enormi difficoltà del comparto. Fino al primo tri- mestre di quest’anno, tutta- via, l’andamento provinciale, pur negativo, si era rivelato meno peggio della media re- gionale, mentre le due ultime rilevazioni - quella di giugno e quella di settembre - hanno evidenziato un ripiegamen- to, collocandosi al di sotto dell’andamento del Veneto per fatturato, ordini e prezzi, con forti implicazioni anche sul fronte occupazionale. Tutta- via, le attese formulate dagli imprenditori a settembre per gli ultimi tre mesi dell’anno indicano un saldo positivo tra ottimisti e pessimisti e quin- di nel complesso ci si atten- de un miglioramento - che si prefigura piuttosto come un rallentamento delle difficoltà - per lo più proveniente dall’e- dilizia privata (legato anche al Piano casa).

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