officeautomation-febbraio2013

PROFESSIONISTI DIGITALI OGGI E DOMANI

IL MIO CV È FATTO BENE? IL CURRICULUM È UN RITRATTO DI NOI STESSI CHE VA USATO IN MODO ATTENTO E MIRATO.

Sergio Cantinazzi, managing partner Inlay

non va. Fatelo leggere a qualcuno che non sa nulla del vostro lavoro e vedete se velocemente si fa un quadro professionale esatto: date, aziende e ruoli. Anche il formato standard europeo sotto questo aspetto, con tutti i titoli nella colonna di sinistra, francamente non è il massimo dell’immediatezza. Teniamo presente che dall’altra parte ci sarà qual- cuno che in pochissimo tempo deciderà se prende- re in considerazione o meno la nostra candidatura. Se sia giusto o meno ha poca rilevanza, conta che avviene così. Tutto ciò che è ridondante, che ostacola la chia- rezza va evitato, così come vanno evitate lunghe lettere di accompagnamento: non verranno lette. La medesima logica dovrà guidarci nella scelta dei caratteri grafici, delle spaziature, dell’immagine del cv nel suo complesso. Appare ovvio, ma il titolo di ogni nuovo argomento deve spiccare nel contesto della pagina. Più il cv è gradevole alla prima oc- chiata più, anche inconsciamente, chi legge avrà una predisposizione favorevole. Nei contenuti professionali bisogna descrivere in modo comprensibile ciò che abbiamo fatto nelle diverse aziende. Il giusto equilibrio tra sintesi e analisi L’equilibrio tra sintesi e analisi in relazione agli aspet- ti basici del ruolo svolto è vitale. Anche in questo caso occorre abbandonare totalmente la nostra prospettiva, che enfatizza le esperienze a cui siamo emotivamente più legati, e rimanere il più possibile su un piano di realtà. Chi leggerà il cv vuole trovare fatti, non autovalutazioni o giudizi.

Quante volte nella nostra attività di head hunter ci siamo sentiti chiedere: “ il mio cv è fatto bene?”. Anche alle persone più senior e con ruoli profes- sionali rilevanti capita, giustamente a mio avviso, di porsi questa domanda. Quanti articoli, quanti libri sono stati scritti sull’ar- gomento? La mia opinione è che si tenda a dare troppe regole e troppi consigli mettendoli tutti sullo stesso piano, il che di solito confonde le idee più che chiarirle. Le linee guida, a mio avviso, sono invece poche. Anzi, in ultima analisi è una sola. Cercherò di indicarla e aggiungerò alcune mie opinioni soprattutto su ciò che è preferibile evitare. Che cos’è un curriculum? Il nostro cv è la nostra presentazione iniziale a una persona che spesso non conosciamo personalmente ma di cui normalmente conosciamo il ruolo. Non è un diario né una pubblicazione. Quindi la via maestra è mettersi totalmente nei panni di chi lo leggerà. Dobbiamo aiutarlo a non fare fatica, a individuare subito le informazioni fondamentali: dati anagrafici, studi, dove abbiamo lavorato, per quanti anni, con che ruolo e, in modo sintetico, cosa abbiamo fatto in ciascuna azienda. Il consiglio pare ovvio, ma nella realtà la chiarezza e l’immediata percezione di questi dati spesso manca. Se quando leggiamo un cv dopo due minuti ci viene da dire “dunque, aspetta un momento, dove ha co- minciato? Qui quanto tempo è rimasto? Ma adesso dov’è e cosa sta facendo?” significa che qualcosa

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febbraio 2013

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