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ternodella stessa scuola.Qui, attraverso l’unitarietà della proposta, gli stu- denti hanno percepito come «ciò che si studia c’entri con la vita»; e più an- cora gli insegnanti sono stati spinti a rivedere il metodo del loro operare in- sieme: non come somma di compe- tenze ma come avventura comune, dove ogni specificità diventamattone di un’unica costruzione. Il tratto distintivo di Euresis è quindi emerso dalla pluralità dei contributi: dal difficile mondo del la- voro, alla presenza in Spagna e Usa, a un’iniziativa che lega una scuola del- la Brianza al cuore dell’Africa in un progetto di installazione di pannelli solari e che porterà la mostra di Eu- resis sullaVia Lattea in Uganda, Tan- zania, Kenya, Etiopia e Nigeria; fino al coinvolgimento del top della ricerca mondiale, i cui esponenti vengono convocati da Euresis nei Simposi annuali a San Marino. C IÒ CHE MUOVE , VALE . «La nostra ori- ginalità - dice Marco Bersanelli - sta nell’offrire un ambito di amicizia e di lavoro dove recuperare continua- mente uno sguardo unitario, un ap- proccio alla scienza che non si riduce all’esasperazione dello specifico e nep- pure insegue il mito di una interdi- sciplinarietà vista come ricerca forza- ta di nessi.Unitarietà che deriva da un io reso unito dall’incontro con un Tu e così abilitato a cogliere e amare ogni particolare». Non quindi, per il presidente Pao- lo Cappelletti, «la preoccupazione di elaborare undiscorso sulla scienza,ma l’offerta di una prospettiva in grado di mobilitare la persona». Secondo l’os- servazione che Carlo Camnasio ri- corda di aver sentito da don Giussa- ni inunodegli incontri con la nascente associazione nel 1984: «Ciò che vale nella vita non è anzitutto ciò che chiarifica ma ciò che mobilita». E qui si è visto come, in questi 25 anni, molti si siano mossi e siano più che mai in movimento.

La mostra “Incontrare la scienza in compagnia di Dante”, realizzata alla scuola La Traccia ed esposta, poi, anche alla manifestazione BergamoScienza.

per, infine, arrivare a iniziare l’anno ac- cademico raccontando agli studenti quello che ha imparato lavorando alla mostra. Tra le proposte di Euresis per la scuo- la c’è stata, lo scorso anno, quella di una mostra per «incontrare la scienza in compagnia di Dante»;ma chi l’ha rea- lizzata mai avrebbe immaginato svi- luppi come quelli della Traccia, rac- contati da Germana Bonzi, la preside, e Daniela Gardi. I venti pannelli del- lamostra originaria si sono trasformati in una nuova e più articolata mostra che è stata riproposta al territorio; al punto da attrarre l’interesse degli or- ganizzatori di BergamoScienza che l’hanno voluta nel palinsesto della recente manifestazione, allestita in una posizione centrale e presentata al pubblico dai migliori studenti dei li- cei cittadini. Ma il risultato più inte- ressante è stato il contraccolpo all’in-

pronti a registrare ogni indizio. Così è stato naturale, per chi ha partecipa- to alla realizzazione dellamostra suGa- lileo al Meeting 2009, accorgersi che non si è trattato di pura abilità co- municativa, cioè di una serie di con- tenuti già posseduti che bisognava solo cercare di esprimere al meglio. È sta- ta piuttostoun’occasione per“allargare lo sguardo”, per verificare che da tut- ti i temi è possibile «far emergere do- mande interessanti». Con la conse- guenza, come per Andrea Borghese, neolaureato in fisica, di riscoprire il proprio specifico oggetto di studio più ricco e parte di un orizzontemolto più ampio e di ritrovarsi a «chiedere di più a ciò che si studia» in termini di fascino e di significato.Ocome perMarcoBe- ghi, docente di fisica al Politecnico, pri- ma restio a trattare dello scomodo caso Galileo e poi pronto a raccogliere la sfi- da di guardare in faccia al problema,

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