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A proposito di sant’Agostino

UN’ORA DI SCUOLA CHE CAMBIA LA GIORNATA M i sono alzato e sono andato a scuola.Alla prima ora peròmi si piazza davanti un certoAgostino,morto nel 430. Me lo presenta il mio professore di filosofia. An- cora adessomi chiedo come possa unuomomorto1579 anni famettermi addossoquesta inquietudine. Sono sta- to colpito dalla sua irrequietudine, dalla sua ricerca del-

que ore di scuola, perché le aveva vissute senza alcuna domanda. Infine la sera sono stato a BergamoIncontra. Ad un certo punto vedo Leo, venuto apposta daMila- no, che chiede di mangiare insieme. Accetto. Ci pren- diamo un kebab e ci sediamo ad un tavolo io, Leo e Bo- nacina. Dopo qualche minuto si avvicina una ragazza che conosco sì e no di vista. Fa un po’ la scema, inizia a spintonare, a fare il solletico impedendomi di parla-

re. Leo simette a chiacchierare con lei eque- sta fa la “grande”, dice di sapere già tutto. A questo punto Leo le dice di smetterla di prendersi in giro e le chiede chi è lei dav- vero. Risponde che non lo sa e che quasi nemmeno le interessa,ma Leo insiste e da- vanti a uno che le chiede di prendersi sul serio lei cede e inizia a raccontare di sé, di come le è morta la madre, di come il pa- dre l’abbia abbandonata, dellamorte del- la nonna e dell’adozione che sta vivendo.

la verità. Prendendo appunti sulla sua vitami sono accortodi come lui non si fac- cia mai bastare quello che vive senza aver trovato un significato. Questomi ha feri- to mortalmente. Ho passato le ore suc- cessive chiedendo a quello che si diceva in classe di ferirmi allo stessomodo, l’ho chie- sto a Machiavelli nel capitolo XXV de Il Principe e allepresentazioni che imiei com- pagni avevano preparato suAmleto. Fini- ta la scuola sono stato ad un pranzo per

Scoppia a piangere e se ne va arrabbiata.Quella ragaz- za la pensavo un po’ tonta, ed è bastato uno come Leo perché davanti a noi iniziasse a prendersi sul serio.Con chi pensa di sapere già tutto della vita non mi interes- sa parlare, ma a una che ha una ferita nel cuore come quella che ha lei, vorrei fare incontrare la Compagnia che rende piùovvio quello che sembra piùdifficile.Rin- grazio sant’Agostino che ha acceso in me questa do- manda e se una domanda così fa vivere giornate come quella di oggi, prego perché non si spenga. Lorenzo, Bergamo

parlare del weekend che noi de La Traccia da qualche anno organizziamo. Si ragionava su cosa fare per ren- derlo più bello e utile. Lacerato dalla domanda che san- t’Agostinomi aveva regalato, ho detto che secondome il puntononera come organizzare,ma conchedomanda avremmo vissuto quei giorni. Tutto è cambiato, siamo arrivati a capire che noi abbiamobisognodi questowee- kend, e lamia speranza è quella di poter tornare a casa con una domanda ancora più grande. Poi abbiamo fat- to Scuola di comunità e Elisamentre stava parlando ini- zia a piangere perché si è accorta di avere buttato via cin-

“misericordia” che legge tutto ciò che è umano. La misericordia: Dio compie la vittoria sul male dentro la storia come positività, è questo che dà la ragione a ciò che accade» . Un giudizio così rende banale tutto il re- sto, trasformando in stucchevole re- torica ogni polemica. Dopo che ci si è arrabbiati e vendicati, cosa rimane all’uomo? Ancora tanto dolore, mentre è la misericordia ciò di cui ha bisogno. Ecco, chiedo che le pa- role di don Giussani possano di- ventare sempre più esperienza quo- tidiana. Usare la ragione così come

la usa lui cambia immediatamente prospettiva, per cui non è più la re- criminazione a determinarmi, ma la voglia e la possibilità di condivi- dere, anche solo nella preghiera, i bi- sogni di quelle tante persone che hanno perso tutto; condividere il loro bisogno per dare risposta al mio desiderio di felicità. Altrimenti, superato l’iniziale impatto emotivo, tutto scivolerebbe via lasciando tri- stezza e amarezza e alle lacrime si sostituirebbe l’alienazione… del mio io innanzitutto. Nicola,Messina

nanzi a questo dramma vengono in mente le parole che don Giussani, nel 2003, scrisse subito dopo l’esplo- sione dello shuttle Columbia: «C’è un’unica spiegazione cha dà ragione di tutto ciò che è accaduto: la croce di Cristo; la Sua morte è la risposta di Dio ai nostri limiti e alle nostre ingiustizie. Ci sarebbe un orizzonte di mancanza di ragione in tutte le cose. Qualsiasi evento capiti non troverebbe mai risposta adeguata, se non ci fosse Cristo: Lui segna l’ul- tima vittoria di Dio sulla realtà umana; qualsiasi cosa accada, è la

NOVEMBRE 2009 9

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