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OLTRE LA POVERTÀ PRIMO PIANO

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destinazione dei prodotti con la cer- tezza che non esistonomercati paral- leli. Sono persone pragmatiche e di- sponibili al cambiamento. La loro at- tività non è più solo un’attività cari- tatevole, ma un soggetto indispensa- bile nella filiera alimentare». Fabio Cusin, presidente e ammini- stratore delegato di Gemeaz Cusin (al- tro partner storico del Banco Aliem- natre, come Pellegrini e Compass), as- sieme alla Fondazione ha lanciato una vera scommessa imprenditoria- le: il progetto Siticibo. È il recupero dei pasti preparati per la ristorazione col- lettiva (Gemeaz fornisce ditte, scuole, ospedali, caserme) e non consumati, soprattutto nelle mense aziendali. «È

sacrosanto che gli enti assistenziali possano of- frire altri piatti caldi oltre a pasta e riso», spiegaCusin. «Per noi è una sfida e siamo or- gogliosi di contribuire con il nostro know- how per garantire si- curezza e qualità degli alimenti. Ci siamo do- tati di attrezzature par- ticolari per una tecno- logia impiegata in tut- ta Europama poco co- nosciuta in Italia, dove

COLLETTA GLOBALE La Colletta si svolgerà il 28 novembre in tutte le città italiane. Attori del- l’iniziativa gli oltre 100mila volontari che, sparsi in 7.500 supermercati, aiu- teranno le persone ad acquistare cibo da ridistribuire agli indigenti. Ma laColletta varcherà i confini dell’Italia: ci sarà in Brasile (7/11), Argentina (7/11), Paraguay (5/12), Polonia (5/12) e Francia (28/11). Sempre tra no- vembre e dicembre gli alimenti sa- ranno raccolti anche in Belgio, Por- togallo, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ucraina e Grecia. Info: www.bancoalimentare.org

mendo sul ministro Zaia affinché convinca Bruxelles amodificare la“li- sta della spesa”».Una vera sfida: entrare nel tempio della burocrazia europea e modificarne i dettati. «Noi ci cre- diamo», afferma Franzero, «vogliamo contribuire a combattere lo spreco e aiutare chi è nel bisogno. Il Banco svol- ge una funzione che va molto al di là dell’assistenzialismo: è un soggetto economico vero e proprio». P ORTATA CULTURALE . Un fattore cul- turale, insomma.Qualcosa che non si limita a rimediare alle storture delmer- cato, ma entra nelle stesse dinamiche dell’economia, perché combattere gli sprechi e rimetterli in circolo vuol dire inserire una variabile nuova nel mer- cato. Così come assistere sussidiaria- mente le realtà che hannoun rapporto coi poveri vuol dire intervenire sul fat- tore che spesso sta alla radice della po- vertà: la solitudine, la rottura di lega- mi sociali e familiari. Il Banco, in fondo, aiuta chi aiuta a ricostruire que- sta trama di rapporti.

nostra tecnica di conservazione e col- laborare con gli amici del Banco, bravissimi nell’al- largare l’iniziativa ad altre aziende.Noi l’abbiamo fatta de- collare e aiutiamo

a farla crescere perché ci crediamo». La prossima sfida per il Banco è il re- cupero dei prodotti ortofrutticoli. «Da tempo forniamo prodotti freschi ritirati dalmercato, soprattutto cereali, zucchero e latticini», dice Stefano Franzero, direttore di Unaproa (Unio- ne nazionale produttori ortofruttico- li) che raggruppa 160 organizzazioni di produttori. «Ma con la crisi e il rial- zo dei prezzi, si aggiunge una grande quantità di alimenti neppuremessa in vendita.Anche questa potrebbe esse- re destinata ai bisognosi. L’Unione eu- ropea per il 2009 ha destinato 500mi- lioni di euro per gli aiuti agli indigenti, di cui 126 all’Italia, ma l’ortofrutta è esclusa.Assieme al Banco stiamo pre-

nessuno rinuncia alla pasta appena cotta... È il cook and chill : abbattere la temperatura del cibo cucinato eman- tenerlo in atmosfera protetta. Il piat- to pronto è conservato in contenito- ri speciali e trasportato con furgoni ad hoc in perfette condizioni». Cusin si considera un partner pri- vilegiato del BancoAlimentare. «Sì, un pioniere.Per Siticibo abbiamo investito in macchinari e formazione profes- sionale. È stata la cosiddetta“Legge del buon samaritano”che ha dato la pos- sibilità di recuperare anche queste eccedenze. Una volta gli avanzi sa- rebbero stati recuperati, oggi quello che non si mangia si butta. Ci piange il cuore. L’alternativa è ricorrere alla

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NOVEMBRE 2009

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