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IL CROLLO DEL MURO ANNIVERSARI

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no emigrati, l’accademicoAndrej Sacharov sarebbe morto poco dopo, mancavano nuove leve...Ma, proprio allora, è arrivata la fine del regime. Non è un paradosso? «I dissidenti ave- vano portato una luce, contribuendo a cambiare le coscienze. E, anche se in quel momento non c’era più una for- zamorale che si contrapponesse al po- tere, il loro sacrificio non era andato perso. L’ho visto coi miei occhi ai fu- nerali di Sacharov: mica quattro gat- ti, lì c’era tutta Mosca». E FFETTI COLLATERALI . La libertà aveva sgretolato il Muro. Intendiamoci, con l’occidentalizzazione non sono arri- vati solo modelli positivi. Tanti, ap- pena entrati in BerlinoOvest, per pri- ma cosa sono corsi a comprare i jeans: «Ma cosa dovevano fare, se sono sta- ti contaminati dal mito dell’Occi- dente? Gli abbiamo offerto qualcosa di meglio? La volgarità è un rischio, per noi come per loro». Con la fine dell’impero sono emerse anche que- stioni spinose: la ricerca di un’iden- tità nei Paesi dell’ex blocco, il ritorno di pericoli come nazionalismo e xe- nofobia, la diffidenza verso le istitu- zioni europee. E i rapporti con l’islam, la libertà di espressione... «Da quan- do la Russia è diventata una demo- crazia, sono state uccise decine di gior- nalisti. Da anni, poi, vanno avanti le polemiche sulla storia che s’impara a scuola: alcuni manuali mettono in se- condo piano i delitti di Stalin, riva- lutandolo come un grande statista.Al tempo stesso, Arcipelago Gulag viene inserito nei programmi delle supe- riori... Non le pare una contraddi- zione?». E non mancano i nostalgici del «si stava meglio quando si stava peggio», che criticano gli “effetti col- laterali” della caduta del Muro: «Era naturale che scoppiassero le questio- ni ibernate dal comunismo.Ma c’è un guadagno che viene prima di qua- lunque problema». Quale? «La liber- tà. Su questi Paesi si è riaperto il cie- lo, e questo è tutto».

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NOVEMBRE 2009

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