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VITA DI CL DON GIORGIO PONTIGGIA

Il primo incontro negli anni Sessanta. La compagnia di amici in seminario. E poi il legame con don Giussani, l’oratorio, Gs, il Sacro Cuore... Ricordo di un uomo che, lasciandosi educare fino in fondo da Chi aveva risposto al suo cuore, è diventato un padre per migliaia di ragazzi. E un esempio per tutti

DI G IORGIO V ITTADINI

«Cristo è veramente è il compiersi dell’um

«D on Giorgio rimarrà per tutti noi un esempio di una se- quela del carisma nell’oggi della vita del movimento». Questa frase del messaggio di Julián Carrón per la morte di donGiorgio Pontiggia ne de- finisce bene tutta la vita. Eppure, Giorgio a 14 anni era solo un ragaz-

taMaria di Caravaggio diMilano, con l’unicomotivo di avere una sala dove fare teatro. Qui è coadiutore un pre- te del movimento, don Fernando Tagliabue, che inizia a fargli scoprire la bellezza della fede. A tal punto che Giorgio decide di dedicare a Cristo tutta la vita. Entra in seminario, dove fa il liceo e poi studia teologia. Lì si for- ma una compagnia di amici che se-

zo che, come tanti allora, aveva pre- cocemente cominciato a lavorare e nel tempo libero frequentava una com- pagnia di amici appassionati di teatro, a cui partecipava anche il giovane Re- nato Pozzetto. Era una vita in cui la fede non trovava grande spazio. Il Signore lo attende fino al mo- mento in cui, nel 1963, la compagnia di amici si accosta alla parrocchia San-

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NOVEMBRE 2009

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