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VITA DI CL

DON GIORGIO PONTIGGIA

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StudiumChristi lo accompagnerà così fino all’ultimo istante. A tal punto don Giussani sente af- fascinante questa proposta, che de- cide di passare gli ultimi anni della sua vita al Sacro Cuore, nel desiderio di condividere l’esperienza dello Stu- dium Christi . Racconta don Giorgio di quel periodo: «Era commovente vederlo pregare! Molto spesso don Giussani leggeva il breviario, mi fa- ceva segno solamente di stargli vi- cino, mi leggeva qualche versetto e me lo spiegava. Quando non stava bene, magari riusciva a leggerne solo un pezzettino,ma era la sua vita.Non c’era reale dove non ci fosse dentro un germe di letizia e, quando provava difficoltà, chiedeva solo che gli ricor- dassimo Cristo». F IGLIO DEL CARISMA . La figliolanza nel carisma continua per don Gior- gio, dopo la morte di don Giussani, nell’affezione e nella sequela a Car- rón: «Non potete sapere cosa è stata la morte del Giuss per noi che gli siamo stati amici per tanto tempo. Ma a un certo punto ho capito che l’attaccamento a lui e l’amore a Cri- sto passava per un reale attacca- mento a chi lui ci aveva indicato». Da questa sequela, nasce la passione con cui - andando in pensione - in- troduce alla responsabilità del Sa- cro Cuore don Eugenio Nembrini, e la sintonia totale con la novità por- tata dalla presenza alla guida del Cle di suo fratello Franco Nembrini. Sono segni di una povertà lieta e stupita che domina ormai tutta la sua vita, il cui segreto è rivelato da don Giorgio stesso in una cena della fraternità, poche settimane prima di morire: «Cristo è veramente tutto, è il compiersi dell’umano». Le ultime settimane di passione, as- sistito amorevolmente da Angela Grisenti e Marisa Mighetti e dai suoi familiari, gliene fanno fare esperienza piena fino al sacrificio supremo.

Su tutto questo operare è sempre intenso il dialogo con don Giussani: «Quando andavo a trovarlo, leggevo alcuni interventi che facevano gli stu- denti durante le riunioni; lui rima- neva sorpreso per la pertinenza e per la profondità con cui esprimevano il fatto di Dio in mezzo a noi che cam-

lamentarsi, e segue con fedeltà le indicazioni dell’équipe medica gui- data da Raffaele Pugliese e Aldo Tel. Ma non smette di dedicarsi ai ragazzi, in Gs e al Sacro Cuore: «Certe volte mi domando, con i miei ritmi ormai rallentati, come faccio a stare in mezzo ai giovani. Non mi possono

bia la vita di tutti i giorni. Rimaneva così commosso da escla- mare che occorreva imparare da loro». E questo dialogo acuisce il desiderio di immedesimazione nel carisma: don Giorgio dedica molte ore al giorno a leggere e schedare i testi di don Giussani, a cercare li- bri, dischi, film che possano aiutare nel cammino i suoi ra- gazzi, a prepararsi scrupolosamente per gli innumerevoli in- contri che dirige ovun- que. In questa sequela, in un memorabile in- contro del ’92, Gius-

legare gli interessi, le attività sportive o lu- diche, non ce la faccio più. Quando mi fac- cio questa domanda capisco che io, come loro, sono fatto e sono in cammino verso il destino, verso lo scopo.Questounisce, e l’età diventa una ric- chezza». DonGiorgio capisce che questa re- sponsabilità implica un coinvolgimento totale con gli adulti che più gli sono amici e condividono la sua passione educativa al punto tale che, in un momentoparticolar- mente drammatico della sua vita, inizia

DA 25 ANNI AL CUORE DELL’EDUCAZIONE Proprio in questi mesi la Fonda- zione Sacro Cuore, così legata allavitadidonGiorgio(chelagui- dòdallanascitaal2007),compie25 anni.Percelebrarel’anniversario, sabato 21 novembre organizza il convegno “Testimoni di plurali- smo: contributo al sistema scola- sticonazionale”,incollaborazione con l’Arcidiocesi di Milano. Dalle 9alle13,alTeatroDalVermediMi- lano, interverranno don Julián Carrón,EddoRigotti(Universitàdi Lugano), AnnaMaria Poggi (Uni- versità di Torino), Angelo Paletta (Università di Bologna) e Paolo Sciumè (presidente della Fonda- zione Sacro Cuore). Aprirà i lavo- rimonsignorCarloFaccendini,vi- cario episcopale per la Pastorale scolastica.Saràun’occasioneper ricordare anche don Giorgio. Per informazioni:www.sacrocuore.org.

sani suggerisce a donGiorgio e ai suoi amici preti unamodalità con cui l’im- medesimazione nel carisma può cre- scere: divenire compagnia guidata al destino. Nasce così lo Studium Chri- sti , una fraternità di preti che deci- dono di seguire la regola dei Memo- res Domini e, pur rimanendo radicati nell’incarico e nel luogo assegnati loro dal Vescovo, si incontrano spesso in una casa limitrofa a quella di don Giorgio al Sacro Cuore, mettendo in comune soldi, preghiera, giudizio sulla propria vita. La fraternità dello

con lorouna nuova fraternità. Lamo- dalità è semplice: una cena ogni due o tre settimane, senza ordine del giorno, una sorta di conversatio in coelis che, anche grazie a lui, è sempre intensa e toccante.Ne nascono anche nuove in- tuizioni e proposte educative.Così, in- sieme a Lucio Farè, Gloria Cuccato, don Marcello Brambilla, dà vita ai gruppi del Graal che, attraverso mo- menti di convivenza e di studio gui- dati, introducono i ragazzi dellemedie alla scoperta della bellezza e della cor- rispondenza all’umano del cristiane- simo, e inpoco tempo si diffondono a macchia d’olio in tutta Italia e al- l’estero. Con Alberto Bonfanti genera Portofranco, un Centro di aiuto allo studio libero e gratuito proposto in tutte le scuole superiori, che si dif- fonde inmolte città.

su www.tracce.it

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L’omelia di Julián Carrón ai funerali Alcuni interventi di don Giorgio Pontiggia su Tracce

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NOVEMBRE 2009

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