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I “40 ANNI” DI CL LA NOSTRA STORIA

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mentisti”, dall’altro che portasse- ro già il marchio di don Giussani, il contraccolpo e la deviazione da lui im- pressa a quel flusso di energia che avrebbe portato gli ex ragazzi di Gs molto lontano da Mario Capanna e compagni. «Novembre 1969: quella è, in pie- no, l’epoca del Movimento studen- tesco - spiega Alberoni -. Parte dagli scontri con la polizia aValle Giulia, a Roma, e poi subito esplode aMilano, a cominciare dall’Università Cattoli- ca. E lì, di fatto, sfascia Gioventù Studentesca, perché si sposta su po- sizioni marxiste rivoluzionarie. A questo punto, don Giussani fa una cosa che avviene ogni tanto nei mo- vimenti, ma è molto rara: utilizza la stessa energia creativa che c’era nel Movimento studentesco deviandola verso un’altrameta.“Comunione e Li- berazione” è parte integrante dei movimenti di quegli anni; solo che non va nella direzione del marxismo, ma della scoperta del Vangelo». Secondo leiCl, all’inizio, è inqualche modo un pezzo del Sessantotto? Lo stesso don Giussani, naturalmen- te a suomodo, è un capo carismatico del Movimento studentesco, però ne trascina via una parte costituendo un nuovo movimento. Ma i termini che lui usa sono i termini che erano in circolazione.Anzitutto il tema della li- berazione; nel ’68, nei primi anni 70 tutto è e deve essere “liberazione”, li- berazione dei popoli, emancipazione personale e sociale, liberazione del co- stume, eccetera. E la stessa parola “comunione”è, sì, una parola cristia- na, ma indica anche l’essere insieme, l’esperienza di una comunità fraterna. Manonèuna«comunione»che si ag- giunge alla «liberazione» che era nell’aria in quegli anni... Sono tutti e due termini che appar- tengono rigorosamente all’esperienza dei grandi movimenti collettivi in atto. Il nome “Comunione e Libera-

Convegno pubblico al Palalido di Milano, 31 marzo 1973.

pi che piovvero subito loro addosso - che poi a un certo punto sono finiti, perché chi è coraggioso alla lunga su- scita il rispetto degli altri. Il nome, però, non l’ha inventato Giussani personalmente, ma un gruppo di studenti. È un nome che era possibile in quel momento. Certe parole erano nel- l’aria. Don Giussani ha preso la pa- rola “liberazione” e le ha dato un al- tro significato; ha preso la parola“co- munione”, che voleva dire fratellan- za nel mondo dei movimenti, e ha spiegato che era un legame non solo fra gli uomini, ma con Dio. Questo è il punto.

zione”nonera avvertito come qualcosa di estraneo dagli altri studenti, lo ca- pivano benissimo.DonGiussani, con Cl, fa parte di quell’efflorescenza col- lettiva di cui una parte finirà poi in- gabbiata e trascinata dall’onda rivolu- zionaria, un’altra diventerà operaista e sindacalese, una terroristica, una giacobina... Mentre questa parte del movimento, che si è stretta attorno a lui, si è ritagliata attorno al messaggio cristiano, ma filtrato, modellato dalla sua parola e dal suo insegnamento.Ri- cordo bene la prima volta che ho sen- titoquestonome.Mi sonodetto subito: “Accidenti, che bello!”. E ricordo il co- raggio che avevanoquesti ragazzi di Cl, anche aTrento, dove inquegli anni ero rettore dell’università: salivano sul palco imperturbabili a parlare di tut- to, e reggevano anche gli insulti e i col-

In cosa, invece,Giussani era diverso dal clima di quell’epoca, sempre re-

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NOVEMBRE 2009

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