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Scrivere a Tracce redazione. Via Porpora 127, 20131 Milano

Colleghi e testimoni

QUELLA DOMANDA NELL’AULA DI INFORMATICA

C arissimodonCarrón, quest’estate ho“dovuto”pre- garemolto, oltre che per le persone amiche, anche per alcuni colleghi in situazioni davvero tristi. Sono sta- ta loro vicina nella preghiera, ma anche con telefona- te, e-mail, sms.Al ritorno a scuolami ringraziano del- lamia vicinanza e delmio affetto.Luigina, carissima ami- ca, cattocomunista convinta e acerrima nemica delmo- vimento, in disparte ascolta in silenzio, dicendo: «Ma

dice che il giorno prima in università il figlio, anche lui contrario al movimento, ha visto un cartello di Cl: gli studenti di medicina si rendevano disponibili ad aiu- tare coloro che volevano affrontare il test. «Francesco ci è andato» mi dice, «e io gli ho chiesto chi avesse pa- gatoper tutto ilmateriale occorrente». «Ciascunodi loro hamesso del proprio», ha risposto Francesco. Luigina: «Alla fine del test uno di Cl sale in cattedra e incomin-

quanti contatti hai tenuto?». Dopo qualche giorno, io e lei siamo al computer per la programmazione. All’improvviso, Luigina smette di dettare e con le lacrime agli occhi mi dice: «Francesco, mio figlio, in que- sto momento sta facendo il test di ammissione alla facoltà dimedicina». E io: «Perché piangi?». «L’anno scor- so non è passato. I partecipanti sa-

cia a parlare di Cristo: Cristo di qua, Cristo di là... Io e mio figlio ci siamo chiesti perché». Rispondo: «Forse perché Cristo c’entra con tutto!». «È quello che ho pensato anch’io» dice lamia collega.Allora io, inmodo un po’ ironico continuo: «Che bravi questi ragazzi di Cl!».E lei: «È vero, ho pensato che nel movimento ci sono tante persone che fannodel bene e poi

ranno almeno 3.000 su circa 300 posti disponibili».Dal suo sguardo capisco che vuol dire una preghiera conme. Incredibile.Lei,per cui il cattolicesimo è sostanzialmente aiutare i poveri e “fare del bene” chiede a me, ciellina, di pregare lì, nell’aula di informatica. Recitiamo un’ Ave Maria e invochiamo lo Spirito. Subito dopo Luiginami

ce ne sono altri che non lo fanno, come in qualsiasi al- tro posto». Io sono sempre molto preoccupata di come e cosa fare perché le persone incontrino Cristo e siano più felici,mentre basta essere quello che si è. Tut- to il resto è nelle Sue mani. Giuliana

già conosciute. Ho fatto l’esperienza viva di cui lei parlava alla Giornata d’inizio anno. Ho scoperto di nuovo le cose vecchie che sembravano già conosciute e capite. Per questo ho sentito così forte la corrispondenza delle sue parole. Quello che lei diceva io l’ho vissuto e lo sto vivendo adesso. La ringrazio tanto per il suo “sì” nel fare questa strada e nel con- dividerla con me. Viktoria,Mosca

tire in continuazione. Così ho co- minciato a gridare e chiedere a Lui di rigenerarmi e di darmi il senso. In questomodo, passo dopo passo con- frontando quello che avveniva con il cuore, la mia vita al Meeting ha preso una forma familiare. Lavoravo, riposavo, lavoravo ancora, ma con più gioia, poi andavamo al mare, guardavamo qualche mostra. Ho potuto scoprire di nuovo e più pro- fondamente le cose che sembravano

cuore. Così le condizioni del Meeting sono diventate per me il campo della verifica. Mi sono fermata e ho rico- minciato a chiedere a me stessa: «Nella mia vita esiste qualcosa di più grande delle mie paure, della mia in- soddisfazione?». La risposta positiva è diventata giudizio. Nella mia vita c’è Qualcosa di più grande in cui tutto acquista il suo senso, c’è l’in- contro che mi apre le porte all’Infi- nito, c’è la Sua presenza che si fa sen-

NOVEMBRE 2009 7

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