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GIANNA BERETTA MOLLA SANTI IN FAMIGLIA

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della casa, ogni cassetto, come chi deve partire per un lungo viaggio. Fino a quella mattina. Mancano poche settimane al parto. Il 21 aprile 1962, Sabato santo, nasce Gianna Emanuela. Da quel momen- to inizia il calvario. Ciò che temevano i medici si manifesta: peritonite setti- ca. Non si può fare nulla. I dolori sono atroci, ma lei non vuole nessun cal- mante: desidera rimanere lucida per poter pregare. Insieme almarito ad as- sisterla arriva dall’India la sorella suor

Virginia.Appena la vede, Gianna esclama: «Final- mente sei qui! Sa- pessi, Ginia, quanto si soffre a dover morire quando si lascia- no i bambini tut- ti piccoli! Se non ci fosse Gesù che ci consola in cer- timomenti...».La sorella le porge da baciare il Cro- cefisso. Il 28 apri- le, alle 4 del mat-

Con Pietro e Pierluigi a Courmayeur (Aosta), estate 1957

tino la portano a casa.All’alba il respiro è affannoso. Alle otto le ultime paro- le: «Gesù mio, ti amo». Dalla camera accanto arrivano le voci dei bambini appena svegli. La salma rimane esposta tre giorni. Una lunga processione di persone, operai, medici, pazienti, va a porgerle l’ultimo saluto.Molti, soprattutto uo- mini che di rado si vedono in chiesa, sentono il bisogno di confessarsi. Il 30 aprile i funerali. Il 16maggio2004Giovanni Paolo II, il Papa del «quotidiano che deve farsi eroico», l’ha elevata agli altari conun ti- tolosemplice: «Mammadi famiglia».

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Le lettere di Gianna BerettaMolla al marito Pietro.

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NOVEMBRE 2009

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