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Beyond the limits of urban landscape
PORTMEIRION HOTEL
Here the erased face (you can’t see it)
the glass in the glances, the mischance
forks in the mouth, there the white
the burnt-out neon lamp blinking
returning on the stairs, here are the splinters
eyeless sleep, exercise time
there the creased dress the floor
the breaking backbone the body undone
dislocated and rolled up to the extreme
(elbows, hips and knees)
here the roughness of weft (under the nail)
the chewed tongue, there the drought
the hours in plastic blister
hands over face, here the wall
obtuse at the base of the skull, there the bed
brow to window, the answer
here the sun in courtyards, short breath
mistaken words, there the door
names out of place, without light
(the thorn of the voice deep in the throat)
PORTMEIRION HOTEL
Qui il volto cancellato (non lo vedi) / il vetro degli sguardi la disdetta / forchette nella bocca lì il
bianco / il neon esaurito che va e viene / ritorni sulle scale qui le schegge / il sonno senza occhi l’ora
d’aria / lì l’abito scomposto il pavimento / la schiena che si spezza il corpo sfatto / slogato arrotolato
allo spavento / (i gomiti le anche le ginocchia) / qui l’aspro della trama (sotto l’unghia) / la lingua
masticata lì l’arsura / le ore nella plastica dei blister / le mani sulla faccia qui il muro / ottuso in
fondo al cranio lì il letto / la fronte alla finestra la risposta / qui il sole dei cortili il fiato corto / gli
sbagli di parole lì la porta / i nomi fuori posto senza luce / (la spina della voce nella gola)