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Articolo tecnico

Marzo 2016

203

www.read-eurowire.com

fiamma come evidenziato dalla maggiore

lunghezza della parte non carbonizzata e

dalla minore durata della combustione.

3.2 Effetto del tipo di conduttore

(solido rispetto a trefolato)

Sebbene non sia disponibile nella

letteratura

uno

studio

sistematico

dell’effetto dello spessore isolante sulle

proprietà di combustione per i fili a bassa

tensione, sono stati condotti degli studi

simili per altri prodotti antifiamma; un

esempio è rappresentato dai tessuti per

la tappezzeria o per l’abbigliamento per

bambini

[3]

.

La comparazione di tali studi con i fili

ignifughi deve essere effettuata con

cautela in quanto la presenza di un

conduttore metallico con la sua elevata

conducibilità

termica

fornisce

una

dissipazione termica per l’isolamento

caldo e complica ulteriormente la com-

prensione degli effetti delle diverse

strutture e dei parametri geometrici dello

strato polimerico.

Nel presente studio viene analizzato un

altro aspetto del conduttore, e cioè la

comparazione fra il conduttore solido

e trefolato in rame, per il suo effetto sul

comportamento di combustione del filo.

La

Figura 3

illustra l’effetto del tipo

conduttore sulla durata della combustione

per tutte le formulazioni in un test di

combustione VW-1 per uno spessore di

isolamento di 30mil.

Per

entrambe

le

composizioni

di

combustione verticale valutate mediante

combustione verticale, la fiamma si

I dati mostrano anche che per il materiale

meno ignifugo, cioè per il campione HB-1

in questo caso, può essere vero il contrario.

Questa

osservazione

può

essere

facilmente spiegata dal fatto che al di

sotto di un livello minimo di resistenza

alla fiamma, quando materiali più

spessi si incendiano e mantengono una

fiamma duratura, questi bruceranno

semplicemente più a lungo a causa della

maggiore massa di materiale infiammabile

disponibile.

Per entrambi i casi con la formulazione

HB-1, i campioni di filo bruciano attraverso

l’indicatore senza lasciare alcun tratto non

carbonizzato.

L’effetto dello spessore isolante sul

comportamento di combustione può

anche essere espresso dalla lunghezza non

carbonizzata dei campioni come illustrato

nella

Figura 2

.

I risultati sono indicati solo per i campioni

valutati secondo la specifica VW-1

poiché il campione valutato mediante la

combustione orizzontale brucia attraverso

l’intera lunghezza del filo senza lasciare

alcun tratto non carbonizzato.

Si è visto che per entrambe le

formulazioni, la lunghezza della parte non

carbonizzata è maggiore per il campione

più spesso, indicando una maggiore

resistenza alla fiamma all’aumentare dello

spessore.

I dati suggeriscono inoltre che il campione

VB-1 è migliore del campione VB-2

per quanto riguarda la resistenza alla

estingue molto prima per il conduttore

solido

rispetto

a

quello

trefolato,

suggerendo che l’uso del conduttore

solido fornisce una migliore resistenza alla

fiamma per i fili.

Una possibile ragione che giustifichi la

superiore prestazione del sistema con

conduttore solido può essere dovuta al

contatto stretto con l’isolamento, agendo

quindi come migliore dissipatore di calore

dal polimero.

Dall’altro lato, per i conduttori flessibili

i vuoti esistenti tra lo strato polimerico

e il rame solido fungono da isolamento

termico e quindi trattengono più calore

all’interno del polimero.

La differenza è significativa poiché per

superare la prova di combustione VW-1

la durata di combustione deve essere

inferiore a 60 secondi per i campioni.

Per entrambe le formulazioni valutate

di combustione verticale, quando viene

utilizzato un conduttore a trefoli, i

campioni superano il limite massimo per la

durata di combustione, facendo così fallire

la prova.

Infatti, per il campione VB-2, si consuma

l’intera lunghezza del filo senza lasciare

alcuna parte non carbonizzata (

Figura 5

).

D’altro canto, le strutture con conduttori

solidi superano la prova VW-1 con ampi

margini.

I dati relativi alla durata della combustione

illustrati nella

Figura 3

per i campioni

HB-1 potrebbero anche essere piuttosto

fuorvianti senza considerare il fatto che

per entrambi i casi (conduttore solido

e a trefoli) i fili bruciano lungo tutto

l’indicatore, senza lasciare alcun campione

non-carbonizzato.

È interessante notare che, sebbene il

campione VB-1 a trefoli bruci per un

lungo tempo (>60s), esso lascia tuttavia

un consistente tratto non carbonizzato

dopo lo spegnimento della fiamma.

L’effetto del conduttore solido rispetto

al conduttore a trefoli per gli spessori

di isolamento di 60mil è illustrato nella

Figura 4

.

Come si è visto per gli spessori di 30mil,

entrambi i campioni di conduttori solidi e

a trefoli HB-1 bruciano completamente per

tutta la loro lunghezza.

Lo stesso vale per il campione VB-2

con conduttore a trefoli. I risultati

evidenziano ancora una volta che con una

formulazione e una geometria identiche,

i conduttori a trefoli mostrano una

prestazione di combustione più scarsa.

Per le stesse prove di combustione VW-1

effettuate per confrontare l’effetto del

Formulazione

LOI, %

HB-1

24

VB-1

27

VB-2

27

Figura 5

:

Effetto del tipo di conduttore sulla parte non carbonizzata per diverse formulazioni

Tabella 2

:

Indice Limite di Ossigeno delle formulazioni ignifughe studiate

Conduttore solido - 30 mil

Conduttore a trefoli - 30 mil

Conduttore solido - 60 mil

Conduttore a

trefoli - 60 mil

Parte non carbonizzata (mm)