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EuroWire – Luglio 2010

73

articolo tecnico

Miglioramento delle

proprietà meccaniche dei

composti ritardanti di

fiamma non alogenati

A cura di Jeremy R Austin, Herbert S.-I Chao, Sartomer Company

Riassunto

Generalmente, si utilizzano composti

alogenati come il tetrabromobisfenolo A

o TBBPA per realizzare articoli di plastica

ignifughi.

Recentemente, la ricerca accademica e

industriale ha centrato l’attenzione sui

ritardanti di fiamma non alogenati, ma

queste tecnologie alternative più sicure

hanno un impatto deleterio sulle proprietà

meccaniche.

I materiali di riempimentominerali utilizzati

come ritardanti di fiamma richiedono una

carica in eccesso di 60% in peso in eccesso

per soddisfare i requisiti ignifughi. Nel

presente studio, si utilizzano i polibutadieni

liquidi funzionalizzati (LPBD) per migliorare

l’allungamento e la resistenza a trazione

dei composti di etilene vinil-acetato (EVA)

caricati con triidrato di alluminio (ATH).

La

predispersione

degli

agenti

di

accoppiamento nell’ATH hanno consentito

di migliorare l’allungamento di oltre il

200%. È stato dimostrato che i risultati

migliori sono stati ottenuti con cariche

ridotte di funzionalità, come l’anidride

maleica, l’epossido e l’amina.

L’inclusione di un monomero ionico

diacrilico ha consentito un miglioramento

del modulo di trazione, irrealizzabile con i

materiali a base di LPBD.

1 Introduzione

Degli studi scientifici hanno indicato che

i ritardanti di fiamma alogenati (HFR)

sono sostanze contaminanti assai diffuse

nell’ambiente. Le emissioni pericolose

originate dalla fabbricazione, dallo smalti-

mento o dal riciclo di articoli di plastica

contenenti i ritardanti di fiamma alogenati

(HFR) costituiscono una minaccia talmente

grave che alcuni di essi sono stati già

eliminati dagli apparecchi elettronici ed

elettrodomestici, e l’Unione Europea ha

ratificato i regolamenti che disciplinano

l’industria dei materiali plastici per la loro

eliminazione.

A fronte di una legislazione simile in vigore

in tutti i paesi, numerosi mercati nel settore

dei materiali plastici sono alla ricerca di

tecnologie alternative.

Sono stati identificati vari ritardanti di

fiamma non alogenati (NHFR), come i

fosfati di ammonio, i composti di mela-

mina, le nanoparticelle di argilla o i

minerali idrati. Il triidrato di alluminio (ATH)

è un noto filler ignifugo per polimeri ed

è privo di alogeni.

Generalmente, l’azione dei ritardanti di

fiamma consiste nel ritardare l’accensione

privando il fuoco del combustibile o

riducendo la temperatura di accensione.

Tuttavia, l’ATH rilascia vapore acqueo

durante la decomposizione, che si ritiene

prelevi calore dal substrato e diluisca

l’alimentazione di combustibile. Una volta

carbonizzato, il residuo di Al

2

O

3

inibisce

la migrazione dell’ossigeno e dei composti

volatili rilasciati dal polimero che può

far aumentare ulteriormente la reazione

esotermica.

Nella maggior parte delle applicazioni,

si può utilizzare una semplice strategia

di sostituzione, sostituendo un HFR con

un NHFR.

In alcuni casi, come nel caso dei minerali

idrati quali il triidrato di alluminio o

l’idrossido di magnesio, la transizione è

più difficile.

Al fine di ottenere il requisito ignifugo

richiesto, sono necessarie elevate cariche

di ATH, spesso in eccesso del 60% in peso.

Quando la frazione di volume del materiale

di riempimento inorganico supera il

50%, le proprietà fisiche del composto

subiscono un vistoso deterioramento.

Plentz

et al

1

hanno dimostrato che nei

composti di PP contenenti ATH esisteva

una relazione fra la carica del filler e

le dimensioni dell’aggregato. Questa

scoperta indica che una carica elevata di

filler, oltre a compromettere le proprietà

fisiche, provoca anche l’aggregazione

dell’ATH con l’aumentare della carica.

Diversi studi hanno dimostrato che

l’aggiunta di un polimero funzionalizzato

rappresenta un metodo efficace per

modificare l’adesione interfacciale al

confine organico/inorganico nei composti

polimerici

2,3,4

.

Mai

et al

5

hanno dimostrato che

l’inclusione di acido acrilico modificato

tramite innesto nei composti di PP-ATH

provoca un’interazione chimica fra i gruppi

carbossilico e idrossilico rispettivamente

nel polimero e nel filler. È stato inoltre

dimostrato che migliorando l’adesione

interfacciale, si migliorano anche le

proprietà termiche e meccaniche.

Analogamente, Wang

et al

6

hanno intro-

dotto dell’EPR innestato con anidride car-

bonica maleica in un composto PP-Mg(OH)

2

,

e ha scoperto che l’EPR-g-MA era presente

esclusivamente nell’interfaccia.