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Come si conserva

e per quanto?

Muffe e farfalline sono i problemi più frequenti legati alla

conservazione della farina; le temperature estive sono

una vera incubatrice per questi sgraditi ospiti in cucina.

A differenza di quanto si possa pensare, l’insorgere delle

alterazioni non dipende dalla scarsa qualità della farina.

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Scelta del luogo di

conservazione

Quando l’ambiente è troppo asciutto o troppo caldo, la

farina perde la sua percentuale di umidità, rendendo

difficile l’utilizzo. Anche dopo eventuali idratazioni, l’im-

pasto finale è molto compromesso.

Al contrario, un ambiente troppo umido favorisce la for-

mazione di grumi e muffe rendendo inutilizzabile la farina.

L’ideale sarebbe scegliere un ambiente fresco, al riparo da

fonti di calore e non troppo freddo.

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Conservazione

La farina assorbe tutti gli odori perciò va evitato il con-

tatto con alimenti dall’aroma forte.

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Contenitore

La regola principale per conservare la farina è di tenerla

in un contenitore ermetico, al riparo da correnti d’aria e

infiltrazioni d’umidità.

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Quanta

È inutile comprare grandi quantità di farina, è meglio

acquistarla di volta in volta per averla sempre “fresca”.

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ingredienti

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La farina è la base di un numero infinito di ricette in ogni parte del mondo. Innumerevoli sono an-

che i tipi di farina conosciuti, ognuno dei quali ha un preciso campo d’applicazione.

Ricette dolci o salate, pane o pasta, ad ognuno la sua farina con caratteristiche differenti: c’è la

farina che permette una migliore lievitazione e quella senza glutine indispensabile per chi soffre di

celiachia. La farina più diffusa è quella ricavata dal grano, ma sono comuni quelle di segale, molto

utilizzata nel Nord Europa, di grano saraceno, di castagne, di mais, di riso, di soia. Ovviamente le

eccezioni e le variazioni sul tema ci sono sempre, ma per dare un’indicazione di massima la farina

di grano tenero è la più adatta per la panificazione, dalla pasticceria alla pizza al pane. La farina

di grano duro (o semola) è perfetta per la produzione della pasta secca, mentre è impiegata in per-

centuali minori negli impasti da pane, sempre mescolata con quella di grano tenero.

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