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Bridget chi?

Risolto, almeno virtualmente, il pro-

blema di sughi, salumi e cibo in sca-

tola, veniamo alla questione “pane”. A

casa mia è raro trovarne, ma dai miei

genitori invece arriva ogni giorno e,

salvo rari casi, se ne avanza moltissi-

mo. Vivendo in una cascina, un tempo

c’erano polli e conigli e niente andava

sprecato, ora però gli animali non ci

sono più e il pane rimasto viene grat-

tugiato, oppure quando è ben secco lo

porto al maneggio, dove i cavalli sono

molto felici di avere qualche snack di-

verso da fieno e mangime. Un’idea che

mi è stata inculcata fin da piccola è che

qualunque altra cosa, se proprio non si

riesce a svuotare il piatto, la si possa

avanzare, ma il

pane, quello

no. Quale

alternati-

va allora,

per poter-

lo riciclare

in maniera

creativa? Sfo-

gliando i mille libri

di cucina che mi sono comprata e che

non ho quasi mai usato, ecco la solu-

zione: una ricetta che sembra davvero

deliziosa per una colazione diversa, da

domenica mattina... il

pain perdu con me-

le caramellate

. È un

piatto di origine fran-

cese ed appartiene alla

tradizione povera, ma

quanto a calorie, vi assi-

curo, è ricchissimo!

Ormai sono fuori controllo, un vulca-

no di buoni propositi... quindi dalle ri-

flessioni sugli sprechi dentro casa, ora

passo a quelle sugli sprechi fuori casa.

Certo, perché se quando avanzo del

cibo lo metto in frigorifero e lo lascio

lì per settimane, finché il buonsenso

mi suggerisce che non è più il caso di

conservarlo, come risolvo il problema

quando vado al ristorante? Non sono

una mangiona, mi basta poco per sen-

tirmi sazia, quindi - a meno di anda-

re in locali da nouvelle cuisine in cui

sono sicura di vuotare il piatto - mi

capita praticamente sempre di avan-

zare parte di quello che ho ordinato,

fosse anche solo una portata. Per non

parlare del fatto che spesso rinuncio

ad un bicchiere di vino proprio perché

sarebbe “solo un bicchiere”... e il resto

della bottiglia? So che è un’abitudine

consolidata, soprattutto in America,

chiedere all’uscita dal ristorante la

doggy bag

, la confezione con gli avanzi

del pasto, ma in Italia penso mi sia ca-

pitato solo una o due volte di trovarmi

in ristoranti che offrissero quel servi-

zio. E comunque fa sempre una brutta

impressione andarsene con quel car-

toccio di stagnola o con le vaschette

di alluminio ricoperte con la pellicola

trasparente. La chiedo? Non la chie-

do? Dico che è per il cane o dico che

il piatto era talmente buono che me lo

voglio gustare anche domani? Insom-

ma, se vado a mangiare le sarde sotto

sale con la polenta,

mi sembra un

po’ improba-

bile che gli

avanzi se li

mangi il ca-

ne! Cerco in

internet “

dog-

gy bag

” e scopro

che la riluttanza a

chiedere gli avanzi a fine pasto non è

un problema solo mio: pare che da un

sondaggio, solo un italiano su cinque

la trovi una pratica del tutto natura-

le, mentre uno su quattro lo riterreb-

be un gesto da cafoni o da poveracci,

qualcosa di cui vergognarsi insomma.

Ma... e la crisi? In fondo, tutto quello

che è stato ordinato è stato anche pa-

gato, che si tratti di cibo o di una bot-

tiglia di buon vino non del tutto con-

sumata. Eppure in America nessuno si

vergogna a chiedere di portarsi a casa

il cibo avanzato: da Rihanna a Michel-

le Obama che, anche da noi, ha stupi-

to tutti quando si è fatta fotografare

mentre usciva da un ristorante roma-

no munita di

doggy bag

con lasagne,

carbonara e amatriciana. Improbabile

che temesse di svegliarsi affamata nel

cuore della notte, immagino che abbia

usato quel gesto come propaganda

anti-spreco.

Anche da noi comunque c’è chi si sta

impegnando per promuovere questo

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per la pastella

PROCEDIMENTO

Lavare le mele, sbucciarle, eliminare

il torsolo e tagliarle a spicchi. In una

padella sciogliere il burro, quindi ag-

giungere lo zucchero e le mele a fet-

te. Sfumare con il vino, aggiungere

un pizzico di cannella e caramellare

le mele cuocendole a fuoco bassissi-

mo e mescolando con un cucchiaio

di legno. Tenere da parte e preparare

il pain perdu: rompere l’uovo in una

ciotola e aggiungere il latte, qualche

goccia di estratto di vaniglia e lo zuc-

chero. Amalgamare bene il composto

sbattendolo con una forchetta. In

una padella sciogliere una quanti-

tà di burro sufficiente a friggere il

pane. Intingere le fette di pane nella

pastella da entrambi i lati e friggerle

nella padella con il burro, rigirandole

finché non saranno ben dorate. La-

sciarle asciugare su carta assorbente,

quindi impiattare ricoprendo le fette

di pane con le mele caramellate.

INGREDIENTI

Per le mele caramellate

250 g di mele

1 pizzico di cannella in polvere

15 g di burro

10 g di zucchero

25 ml di vino dolce

1 pizzico di sale

Per il pain perdu

6 fette di pane in cassetta raffermo

1 uovo

25 ml di latte

10 g di zucchero

estratto di vaniglia

burro q.b.

PORTATA:

dolce

DIFFICOLTÀ:

facile

COSTO:

basso

TEMPO:

30 minuti

Pain perdu con

mele caramellate

Ricetta anti-spreco

Ho lo

stomaco piccolo!

Fin da bambina, ho

sempre avanzato un po’

di cibo, ma il pane...

era vietato

buttarlo.

Quel che

ordini al ristorante,

lo paghi... e allora perché

non portarti via

gli avanzi?

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