CHIARA
Ero un po’ titubante all’idea
di scrivere un “diario non
proprio segreto” del magico
mondo (o lo definirei piut-
tosto giungla) dei single di
oggi, ma per le lettrici che
non sono proprio lo stereo-
tipo della casalinga perfetta,
ecco che va in scena la mia
vita di “zitella 2.0”, il mio
diario anti-Bridget Jones –
non così imbranata, non così
alcolizzata, non così in lotta
con la bilancia… inutile dire
che ogni riferimento a perso-
ne o fatti realmente accaduti
è puramente casuale!
BRIDGET CHI?
Come ti organizzo
uno swap party
METTI UN
POMERIGGIO,
CINQUE AMICHE E UN ARMADIO
PIENO ZEPPO. UNA MODA NATA OLTREOCEANO, QUEL-
LA DELLO
SWAP PARTY
, OVVERO IL MODO PIÙ DIVER-
TENTE DI RINNOVARE IL PROPRIO
GUARDAROBA A COSTO ZERO. NON
HO RESISTITO, CI HO PROVATO ANCH’IO!
Un altro anno si è concluso e ha ceduto il passo a questo nuovo, i-
niziato in una domenica a metà - perché sono andata a dormire
alle 6 e quindi mi sono persa buona parte della mattinata.
In genere, alla fine dell’anno scrivo i buoni propositi per
l’anno nuovo, ma questa volta non l’ho fatto. Sarà forse
per questo che, alzandomi tutta arruffata dopo la notte
più lunga del 2016, ho aperto l’armadio e mi è venuto
un impulso - anzi lo definirei proprio un raptus - che
mi ha portata a voler cambiare, rinnovare, elimi-
nare tutto quel che di vecchio mi appesantiva
la vita (o almeno il guardaroba). Premetto
che non faccio mai il cambio degli armadi
e, non disponendo di una cabina armadio
che mi permetta di tenere ogni abito nello
stesso posto anziché scambiarli in base al-
la stagione, finisco sempre per scavare al-
la ricerca del capo che mi serve, nel mo-
mento in cui mi ricordo di averlo. Inutile
dire che ogni anno diventa sempre più dif-
ficile avere un guardaroba che abbia un senso: le mode
cambiano e io soffro del classico shopping compulsivo (al-
ternato a periodi di austerity da suora di clausura). Va di mo-
da il pantalone fiorato? Non ne compro un paio, ne compro
tre. Sto bene con un cappello? Perché non prenderlo in più co-
lori? Il cappotto bianco peloso mi fa sentire meravigliosamente eccentrica? Vediamo se online
ne trovo uno uguale, ma grigio. Trovo un paio di scarpe firmatissime e scontatissime? Le compro, an-
che se sono davvero strette... che sarà mai un numero di differenza? Niente di male, se non fosse che
sono un’accumulatrice seriale: non butto mai via niente, non regalo niente, inoltre portando
la stessa taglia da quando andavo al liceo, ho anche la scusa pronta “mi va
ancora bene, può sempre tornare di moda”. Figuriamoci lo stupore nel ritro-
varmi con addosso questa voglia di liberarmi di tutto quello che ad un tratto
sembrava diventato inutile, vecchio e così lontano da me al punto di non rispec-
chiarmi più. Un’occhiata all’armadio traboccante è bastata a farmi capire che da
sola non ce l’avrei mai fatta e allora mi sono inventata un’idea: organizzo
uno swap party! Ne ho sentito tanto parlare e ogni tanto mi è capitato di ac-
cennarlo a qualche amica, ma non ne abbiamo mai fatto uno. Per prima cosa devo
pensare a chi invitare: perché riesca bene serve creare il gruppo giusto, valutan-
do chi potrebbe scambiare cosa con chi. Non voglio che sia troppo affollato, in
realtà mi immagino qualcosa di simile alla scena del film
Sex & the City
, quan-
uno swap party