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Articolo tecnico

Settembre 2015

95

www.read-eurowire.com

Standardizzazione dei

fili e dei cavi fotovoltaici

2001-2014

A cura di Faruk Yeginsoy, Leoni Struder AG

Riassunto

Il presente articolo illustra l’evoluzione

dal primo documento 2Pfg1169/2001 al

documento 2Pfg1990/2012 redatto dalla

società di certificazione tedesca

TÜV

Rheinland e l’influenza di quest’ultimo

sulle norme nazionali negli Stati Uniti,

nel Giappone e nell’Europa nonché lo

sviluppo delle norme Cenelec EN50618 e

IEC62930.

Inoltre, l’articolo darà un’idea sulla

progettazione,

le

combinazioni

dei

materiali e i processi di produzione

necessari per soddisfare le norme

sopra citate. In particolare, la sfida

consisteva nel rispettare le varie norme

contemporaneamente, come ad esempio

la combinazione delle norme UL e TÜV.

Verrà anche analizzato un ulteriore

aspetto che consentirà di comprendere

meglio le procedure specifiche di prova

delle

caratteristiche

essenziali

dei

composti che influenzano la lunga vita

operativa prevista per i cavi fotovoltaici.

1 Introduzione

L’interesse

mondiale

per

l’energia

rinnovabile che ebbe inizio alla fine dello

scorso secolo, incoraggiò l’industria

fotovoltaica a crescere notevolmente

e tale crescita a livello globale fu

inarrestabile. In quell’epoca la costruzione

dei sistemi fotovoltaici rappresentava un

investimento costoso e a lungo termine;

gli investitori non sapevano come

valutare la qualità dei moduli e i clienti

richiedevano la durata prevista per i

moduli fotovoltaici e i sistemi fotovoltaici.

C’era una forte necessità di avere

una valutazione da parte di terzi che

garantisse la sicurezza e la qualità dei

sistemi.

In quel momento TÜV Rheinland iniziò la

revisione della sicurezza e della qualità

dei moduli fotovoltaici secondo i propri

requisiti. In breve tempo apparve chiaro

che la qualità e la sicurezza dei moduli

dipendevano dai componenti, ma vi era

una carenza di norme per componenti che

considerasse i requisiti dell’applicazione

fotovoltaica. Ciò segnò l’origine della

standardizzazione dei fili fotovoltaici.

2 Le origini

Nel 2001, TÜV Rheinland in Germania

inizio à collaudare i moduli fotovoltaici e

notò la presenza di molti problemi dovuti

ai cavi.

Dal momento che non esistevano prove

standardizzate specifiche per questi

cavi, TÜV Rheinland creò la propria

norma. Fu questa l’origine della norma

2Pfg1169:2004.

Questa prima norma si basava sulla

IEC60245-4:1994 (Cavi isolati con gomma –

tensioni nominali fino a 450/750V - Parte 4:

Cavi flessibili).

A quell’epoca il cavo più utilizzato era

l’H07RN-F (Gomma 60ºC–90ºC).

In questa prima fase delle installazioni

fotovoltaiche, nessuno si rese conto che

i requisiti dei cavi fotovoltaici dovevano

essere molto più elevati.

2.1 Primi guasti del cablaggio dopo

pochi anni

3 Nuovi requisiti

Dopo numerosi guasti nel cablaggio, gli

esperti dei sistemi fotovoltaici riconobbero

che i requisiti della prima norma Pfg

1169/2004 erano stati troppo bassi.

Nel 2006, un nuovo gruppo di esperti

(Gruppo di lavoro del Comitato Nazionale

Tedesco 411.2.3) iniziò a lavorare su una

nuova versione dei “Requisiti per i cavi

fotovoltaici”. Nella prima parte del lavoro,

il gruppo comprendeva esperti di moduli

ed esperti di cavi. L’obiettivo consisteva

nel determinare il periodo di utilizzo dei

fili fotovoltaici. I punti principali che furono

analizzati dal gruppo di lavoro erano i

seguenti:

• Come si può prevedere la durata di un

cavo?

• Quanti anni deve durare un cavo?

• Come si può stabilire l’invecchiamento

di un cavo?

• Com’è possibile testare il processo di

invecchiamento?

3.1 L’invecchiamento del materiale è il

nuovo obiettivo di studio

3.1.1 Termo-ossidazione delle poliolefine

Una delle leggi chimiche elementari è la

legge di Arrhenius. Questa legge descrive

la correlazione fra la temperatura e la

velocità del processo. L’invecchiamento

termico del polimero non è altro che

un processo chimico e tutti i processi

chimici dipendono dalla temperatura del

processo.

Un aumento della temperatura di 10°C

raddoppia la velocità del processo.

Questo funziona anche all’inverso. La

diminuzione della temperatura rallenta

il processo di invecchiamento della metà

(fattore di 0,5). Il valore nominale della

temperatura specificato di un cavo si

dovrebbe determinare in combinazione

con un periodo di tempo specifico. Senza

un’indicazione temporale, la temperatura

nominale è inutile. Il valore nominale

standard della temperatura per l’industria

dei cavi europea è xxx°C a 20.000 ore.

Figura 1

:

Guasti di cablaggio causati dall’ozono e

dalle temperature elevate