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Articolo tecnico

Novembre 2015

78

www.read-eurowire.com

di guasto e dei relativi effetti (FMEA)

[3]

,

nonché nelle procedure di assicurazione

sulla valutazione del rischio.

Le compagnie di assicurazione utilizzano

il calcolo del rischio secondo

l’Equazione

(1)

nella valutazione del rischio, che è

fondamentale per determinare i premi

assicurativi. In questo caso sono anche

presi in considerazione entrambi i fattori

ovvero la probabilità e l’impatto del

guasto.

L’Equazione (1)

indica che vale la pena di

prendere in considerazione entrambi i

fattori. In molti casi realistici entrambi i

fattori di rischio dipendono l’uno dall’altro.

Per citarne un esempio tratto dalla

questione della protezione antincendio,

l’uso di materiali alogenati riduce la

probabilità di guasto, ma aumenta il

possibile impatto sulla salute personale

per asfissia o qualcos’altro.

L’esperienza pratica FMEA rivela il

vantaggio di tenere entrambi i fattori

su un livello basso simile. Se entrambi i

fattori possono variare in un intervallo

da 1 a 10, il rischio varia da 1 a 100. Se la

probabilità è ridotta a 4 e l’impatto fino

a 5, si ottiene un livello di rischio pari

a 20 come prodotto dei fattori 4*5. Se

l’impatto rimane sul suo alto livello di 10,

la probabilità deve essere ridotta fino al

2 per ottenere lo stesso livello di rischio.

Tenendo presente il principio di Pareto,

sarà chiaro che lo sforzo per raggiungere

questo livello estremamente basso di

un fattore sarà superiore allo sforzo

necessario a tenere entrambi i fattori su un

livello medio.

Il vantaggio di distribuire gli sforzi di

riduzione del rischio per entrambi i fattori

(prevenzione e riduzione dell’impatto) è

illustrato nella

Figura 2

.

La linea tratteggiata indica il rischio

in funzione degli sforzi di riduzione,

qualora tutti gli sforzi siano investiti

nella prevenzione delle minacce. La

linea continua indica il rischio esistente

se gli sforzi di riduzione sono distribuiti

sia nella prevenzione sia nella riduzione

dell’impatto in uguale proporzione.

Alcune ipotesi semplificatrici sono fatte

in questo approccio per dimostrare

facilmente il principio di base.

Si può chiaramente vedere che solo

nella parte mediana dell’intervallo, la

distribuzione degli sforzi per entrambi i

fattori comporta evidenti vantaggi.

Il presente articolo non esamina le

statistiche per studiare la probabilità del

guasto né le scienze economiche per la

quantificazione degli impatti finanziari

di eventuali danni. ma si prende qui

in esame la strategia di protezione

antincendio per quanto riguarda il

cablaggio interno.

3.3 Prestazioni ignifughe dei cavi

I cavi sono elementi importanti per

quanto riguarda i concetti di protezione

antincendio degli edifici. Esistono diversi

tipi di componenti che aumentano le

prestazioni antincendio dei composti

per cavi. I polimeri alogenati sono

autoestinguenti

mediante

reazioni

chimiche, ma in caso di incendio generano

gas tossici.

Gli alogeni sono elementi del 7° gruppo

principale: Cl, Fl, Br, J. Nel processo di

ossidazione essi reagiscono ai radicali

acidi, che generano acidi per reazione con

l’idrogeno. Quando gli alogeni bruciano a

basse temperature, si generano diossine.

Le conseguenze di lesioni personali o

danni ai beni sono descritte sopra.

I ritardanti di fiamma senza alogeni, per

esempio Mg(OH)

2

o Al(OH)

3

, impediscono

la propagazione del fuoco catturando

ossigeno. La reazione chimica genera

acqua che produce un effetto estinguente

e raffreddante supplementare. Questi

ritardanti di fiamma minerali generano

molto poco fumo quando bruciano,

e i fumi densi non sono tossici né

contengono acidi.

Ma nemmeno questa classe di materiale

è la soluzione ideale. Per ottenere una

prestazione antincendio veramente buona

si devono utilizzare questi elementi in una

maggiore concentrazione.

Ciò riduce le prestazioni meccaniche del

rispettivo cavo, provoca fragilizzazione

o riduce la gamma della temperatura

operativa.

Diverse procedure di prova antincendio

per i cavi sono definite da organismi di

normalizzazione nazionali e internazionali.

Ciascuna

di

esse

individualmente

rappresenta solo una delle varie minacce

di incendio. La

Tabella 1

ne riporta una

panoramica.

3.3.1 Autocombustione

I cavi devono essere progettati in

modo corretto in modo da evitare che

eventuali picchi di tensione o un’elevata

capacità

di

corrente

provochino

l’autoaccensione. Le prove di tensione e

della capacità di corrente determinano

le possibilità di un cavo per quanto

riguarda l’autoaccensione. Il parametro di

autoaccensione è collegato alla probabilità

di incendio.

3.3.2 Propagazione della fiamma

I cavi sono elementi di connessione.

Pertanto essi includono la minaccia che

possa propagarsi un incendio lungo il cavo

da una parte all’altra di un edificio.

Questo è l’effetto di una miccia. Per

determinare le proprietà di propagazione

della fiamma (o corda fusibile) dei cavi,

la norma IEC 60332 definisce i metodi

di prova su più livelli (ad esempio IEC

60332-1-2,

Figura 3

).

L’idea comune di tutte queste prove è

la medesima: un cavo che brucia in una

posizione definita si spegnerà prima che

la fiamma venga propagata a una distanza

specificata.

La posizione del campione può essere

orizzontale o verticale e il campione può

essere un cavo singolo o un fascio di cavi.

I parametri di propagazione della fiamma

sono legati sia alla prevenzione degli

incendi, sia alla riduzione dell’impatto.

3.3.3 Resistenza al fuoco

Soprattutto per i cavi utilizzati in

applicazioni di protezione antincendio

vi sono specifici requisiti di resistenza al

fuoco definiti nella norma IEC 60331.

Parametro

Prevenzione

Riduzione dell’impatto

Autoaccensione

X

Propagazione della fiamma

X

X

Resistenza al fuoco

(X)

X

Esaurimento del fumo

X

Assenza di alogeni

X

Tabella 1

:

Parametri relativi alla resistenza al fuoco e loro correlazione con gli elementi di rischio di incendio

Figura 3

:

Prova effettuata per la propagazione della

fiamma