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EuroWire – Maggio 2007

153

italiano

Radyne

Thermatool House

Crockford Lane, Basingstoke

Hampshire, RG24 8NA, UK

Tel

: + 44 1256 335533

Fax

: + 44 1256 467244

Email

:

info@ihwtech.co.uk

Website

:

www.inductotherm-hwt.co.uk

La produttività tipica si basa su DV=70

(dove D=diametro e V=velocità). Il

numero di fili contenuti in una bobina

di riscaldamento è generalmente deter-

minato dalla distanza interasse, essendo

il gruppo di bobine ingombrante nel

caso di un gran numero di fili e un’elevata

distanza interasse.

Controllo della potenza interattiva in

condizioni di circuito chiuso

Rispetto ai processi che richiedono

l’utilizzo di forni a gas e forni elettrici, i

riscaldatori a raggi infrarossi, i riscaldatori

a resistenza e i letti fluidizzati, il

riscaldamento ad induzione rappresenta

una risposta estremamente rapida ai

cambiamenti dei parametri di esercizio.

Un lieve cambiamento di potenza o di

velocità di linea ha un effetto quasi

istantaneo sulla temperatura risultante

del prodotto trattato. Pertanto, al fine di

ottenere risultati congruenti, il controllo

della linea deve essere considerato molto

attentamente. I due metodi standard

utilizzati sono il feedback proveniente dai

sensori di temperatura (quali la pirometria

infrarossa) e dalla velocità della linea.

Sensori di temperatura

Nel caso del riscaldamento dell’acciaio

magnetico

alla

temperatura

di

austenitizzazione per il processo di

indurimento, se non viene incorporata

un’atmosfera, si può avere la formazione di

scaglia sulla superficie del filo.

Ciò può influenzare le letture dei sistemi

che utilizzano pirometri ad infrarossi

ad uno o due colori. Di conseguenza,

l’eliminazione della scaglia, la precisione

del posizionamento e della focalizzazione

del sistema pirometrico consente di

determinare il segnale di retroazione

all’alimentazione della potenza induttiva.

La contaminazione atmosferica come i

fumi, può anche influenzare il segnale

proveniente dai pirometri. Se non si presta

un’attenzione particolare alla pulizia del

filo, alla precisione della retroazione dei

parametri del processo e al controllo

del circuito chiuso, l’utilizzo dei sistemi

pirometrici non si dimostrerà efficace.

Anche i sensori di temperatura devono

essere focalizzati sul filo che viene

riscaldato e, in particolare, nel caso di fili

di diametro ridotto, questi ultimi possono

spostarsi verticalmente durante il processo

ed uscire dal campo visivo del pirometro

trasmettendo falsi segnali al processo

d’induzione.

Velocità della linea

Il calcolo della velocità della linea rispetto

alle dimensioni del filo ed il livello di

potenza del riscaldatore ad induzione è

un processo fattibile in cui i dispositivi di

regolazione con controllo feedforward

sono stati utilizzati con successo.

Materiali non ferrosi

Fino a questo momento le considerazioni

su esposte hanno riguardato il riscalda-

mento ad induzione di fili d’acciaio al

carbonio.

I materiali non ferrosi come l’alluminio

e l’ottone possono essere ugualmente

riscaldati ad induzione, tuttavia senza

ottenere la medesima efficacia. Ad

esempio, si consideri un filo di ottone del

diametro di 0,08" (2mm) da riscaldare ad

una temperatura ambiente da 70°F (20°C)

a 1.200°F (650°C) ad una velocità di

985 piedi/min (300m/min).

Ciò richiederà 540kW di potenza di uscita

ad una frequenza di 50kHz con una

bobina d’induzione della lunghezza

complessiva di 10 piedi (3m). Un filo

di ottone del diametro di 0,24" (6mm)

riscaldato da 70°F (20°C) a 1.200°F (650°C)

ad una velocità di 985 piedi/min (300m/

min) richiederà 1.500kW di potenza di

uscita ad una frequenza di 10kHz con

una bobina d’induzione della lunghezza

complessiva di 20 piedi (6m).

I valori finali di rendimento totale sono

rispettivamente pari al 6% per il filo del

diametrodi 0,08" (2mm) del primo esempio,

e pari al 20% per il filo del diametro di

0,24" (6mm) del secondo esempio.

Se si confrontano i rendimenti totali che

arrivano fino all’80% per il riscaldamento

dell’acciaiomagnetico, si può comprendere

perché il riscaldamento ad induzione non è

ampiamente utilizzato per i materiali non

ferrosi. Ciò premesso, esistono impianti

che funzionano con successo a rendimenti

ridotti grazie ad altri vantaggi offerti dai

processi ad induzione come ad esempio il

luogo di lavoro.

Prospettive future

Il riscaldamento ad induzione continuerà

ad

essere

ampiamente

utilizzato

nell’industria del filo, in particolare per i

fili d’acciaio. Si assisterà ad una crescita

dell’interesse e all’aumento del numero

di sistemi impiegati per completare e

migliorare la produttività dei sistemi di

riscaldamento convenzionali esistenti.

Lo sviluppo proseguirà nel settore del

riscaldamento dei fili molto sottili ed

il riscaldamento di leghe specifiche, di

metalli composti e di materiali quali il

titanio e il tungsteno. Le dimensioni

fisiche dei dispositivi di alimentazione di

potenza induttiva diminuiranno, mentre

aumenteranno le prestazioni.

Ulteriori sviluppi futuri riguarderanno

le tecniche ed i sistemi di controllo

per assicurare tolleranze molto strette

e l’uniformità dei fili, e infine saranno

realizzati

perfezionamenti

grazie

al

controllo della qualità in linea.

“A mano a mano che vengono scoperti altri

processi che utilizzano il riscaldamento ad

induzione, ciascunodi essi va considerato in

base ai rispettivimeriti. La nostra esperienza

dimostra che talvolta l’applicazione più

improbabile o quella che inizialmente

appare non praticabile, può tradursi in

un impianto di successo e praticabile dal

punto di vista economico.”

n