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febbraio 2013
soluzioni cloud richiede un’ICT EA, che rappre-
senta il piano regolatore dell’evoluzione del siste-
ma informativo allineato con le esigenze evolutive
dell’organizzazione e del business. Tale logica vale
non solo per le grandi organizzazioni ma anche per
quelle medie e piccole, pur con le ovvie di‡erenze
di complessità e di dimensioni.
Il cloud introduce una modalità innovativa di con-
sumo dei servizi ICT che sta rivoluzionando solu-
zioni di business, modelli operativi e abitudini. È
una trasformazione ormai irreversibile che si basa
sulla reingegnerizzazione dell’ICT e si focalizza so-
prattutto sul business, e di conseguenza sull’area
applicativa, quella a più alto valore.
Le varie soluzioni di cloud presenti sul mercato
hanno tutte specifiche architetture ICT, in certi casi
molto sofisticate, che devono interagire con le ICT
EA, formalizzate o non, dei clienti: una necessità
che porta alla standardizzazione di opportune in-
terfacce e di gateway, soprattutto a livello di dati,
orchestrazione e delivery management.
L’ICT EA ibrida risultante deve considerare oltre ai
tradizionali elementi di sicurezza, a—dabilità, pre-
stazioni e gestibilità, anche aspetti quali l’apertura,
l’interoperabilità, l’integrabilità, l’implementabilità
su ogni sistema; capacità ben note anche nel pas-
sato per ICT EA allo stato dell’arte ma ora divenu-
te strategiche e irrinunciabili con il cloud: si pensi
ad esempio alla crescente necessità di intelligente
integrazione (e gestione) con i social network, coi
sistemi mobili, con l’enorme e crescente numero di
informazioni da trattare, i big data, e con una sicu-
rezza sempre più proattiva e preventiva. Soluzioni
basate su software open source stanno emergendo
sul mercato, facilitando anche la standardizzazione.
Standardizzazione, virtualizzazione
e automazione
Nel convegno si è parlato del nuovo (almeno in
Italia) concetto di ‘infrastructure as a code’, che
considera le infrastrutture ICT come codice soft-
ware: configurazione del server, installazione dei
pacchetti software di base ed applicativi, intera-
zione con altri server, ecc. devono essere modella-
ti e automatizzati per poter essere gestiti e avere
un risultato prevedibile, eliminando il più possibile
interventi manuali soggetti a errori. Questo con-
cetto si basa sul monitoraggio e sull’automazione
sempre più sofisticata delle risorse ICT.
Il tipico processo architetturale per l’evoluzione
e l’integrazione del cloud nell’ICT EA prevede tre
macro frasi, in ordine successivo: la standardizza-
zione, la virtualizzazione, l’automazione.
Agli inizi del cloud uno degli aspetti più apprezzati
era il passaggio da costi fissi a costi variabili quindi
da Capex a Opex: ora entrambi devono diminuire
e pertanto occorre una forte razionalizzazione e
semplificazione (in termini progettuali, implemen-
tativi, gestionali) dell’intero sistema informatico.
La virtualizzazione gioca un ruolo fondamentale
e insostituibile, ma da sola non basta, e deve cre-
scere in intelligenza. Emergono problemi sempre
più organizzativi nella virtualizzazione: è tipico ad
esempio che il provisioning dipenda ormai dall’or-
ganizzazione. La logica di virtualizzazione si può
estendere fino a coprire l’intero data center, total-
mente controllato e gestito da software. Organiz-
zazione ed automazione giocano alla fine il ruolo
I Promotori
Gli Sponsor
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